Cosenza, via Roma chiusa: contro il logorio della vita moderna c’è Damiano “tefaticatè” Covelli

La serrata organizzata dai commercianti di via Roma in segno di protesta contro la decisione del sindaco di creare un’ isola pedonale nel tratto adiacente le scuole, era appena terminata. Era il 15 settembre del 2017. Una trentina di commercianti si erano ritrovati per strada dopo aver abbassato le saracinesche dei propri negozi per chiedere all’allora sindaco Occhiuto di ritornare sui suoi passi e ritirare l’ordinanza di chiusura di via Roma. Una chiusura, a detta dei commercianti, che penalizza fortemente il commercio lungo quella via. Meno traffico, meno commercio. Il non poter raggiungere i negozi con le proprie automobili ha ridotto il “flusso” dei clienti nelle loro attività. Oltre alla bontà degli organizzatori, alla manifestazione di quel giorno di 4 anni fa, avevano partecipato anche Damiano Covelli, consigliere comunale del Pd e oggi assessore, e l’ex vicesindaco Katia Gentile, oggi consigliere regionale “occhiutiana”. Una presenza, la loro, che aveva gravemente inficiato la genuinità della protesta. Mettere il cappello politico a giuste proteste significava svuotarle dei contenuti e renderle attaccabili.

A Covelli in particolare l’unica cosa che interessava era quella di farsi notare e strumentalizzare le paure e le preoccupazioni dei commercianti. E com’è nel suo stile, o meglio così come fa tutti i giorni, anche quel giorno aveva deciso di passare la giornata al bar. Tanto, benedica ottu e novi fora maluacchiu, non so quanti stipendi prende senza mai fare una sola giornata di fatica e adesso ha anche quello di assessore (di stipendio, non certo di fatica…). E di stare seduto al bar tutto il giorno lui se lo può permettere.

E così aveva messo in scena un copione che fu già del mitico Ernesto Calindri nella famosa pubblicità dell’ amaro Cynar. E già, perché se c’è qualcuno che è logorato dalle fatiche della vita moderna è proprio lui: Damiano Covelli. Troppa fatica, troppi impegni, troppi lavori, e tutto questo sbattito lo stanca e lo logora. Allora per cortesia asciugaticci i suduri ca sinnò li vena a frevi. E preparaticci nu tavulinu adde Renzelli o all’Angelo Azzurro, ca mo tocca a vua… Tefaticaté si dicia a Cusè.