Crisi di governo, il premier Conte domani al Quirinale per le dimissioni

Alle 9 di domani martedì 26 gennaio Giuseppe Conte presiederà il Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi per comunicare le sue dimissioni da premier. Poi il presidente del Consiglio salirà al Quirinale salirà al Quirinale per rassegnarle nelle mani del presidente della Repubblica. A quel punto si apriranno tutta una serie di passaggi istituzionali, di cui il Colle è il baricentro, legati alla crisi di governo. Ecco quali.

IL QUIRINALE – Quando il presidente della Repubblica riceve le dimissioni del premier può decidere, dopo eventuali consultazioni dei gruppi parlamentari, di conferire n mandato esplorativo ad un personaggio istituzionale (nel 2018 Sergio Mattarella lo conferì ai presidenti di Camera e Senato), o dare il mandato pieno o esplorativo al presidente del Consiglio uscente (che accetterebbe con riserva): è l’ipotesi maggiormente quotata in queste ora. Conte, infatti, si dimetterebbe per ricevere un nuovo incarico, che gli consenta di lavorare a un nuovo governo. In caso non ci siano le possibilità per una nuova maggioranza, il capo dello Stato direttamente avviare proprie consultazioni al Quirinale: con i presidenti delle Camere, i rappresentanti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato ed il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. Le consultazioni gli servono per constatare la situazione e, di conseguenza, assumere decisioni sull’incarico a un nuovo presidente del Consiglio o, eventualmente, sul conferimento di un altro mandato esplorativo. L’ultima ratio, in caso di impossibilità accertata di formare un nuovo esecutivo, è che decida di sciogliere le Camere per andare ad elezioni.

L’appello ai responsabili e i tentativi di mediazione dell’ultimo minuto non sono bastati per far rientrare la crisi voluta da Matteo Renzi, tanto che il premier ha ritenuto di non avere i numeri sufficienti per affrontare il voto in Aula sulla relazione del ministro della Giustizia. La strada, indicata dalle stesse forze di maggioranza, è quella di far partire le consultazioni e lavorare quindi per un Conte ter: sia Pd che M5s hanno già detto come Giuseppe Conte sia l’unico punto di equilibrio possibile, anche se a Palazzo Chigi non nascondono i timori che la leadership possa essere messa in discussione. In tarda serata Pd e M5s hanno riunito separatamente i rispettivi ministri per fare il punto della situazione ed elaborare una strategia comune per le prossime ore. Fonte: Il Fatto Quotidiano