Cronache delle Calabrie: la (solita) truffa di Armentano. La rabbia dei corrispondenti

Francesco Armentano

Essere dovuti arrivare a scrivere, oltre che mortificante sul piano emotivo, è un atto che contraddice le premesse con le quali – troppi mesi fa – l’avventura di Cronache delle Calabrie ci era stata presentata.

L’idea del giornale doveva essere un’iniziativa in controtendenza rispetto alle tante, troppe, volatili apparizioni editoriali basate sul nulla – o peggio – sullo sfruttamento della manovalanza che ambisce a dimostrarsi magistrale.

Ci abbiamo creduto, ci avevamo creduto, e ci siamo impegnati tutti i giorni, a testa bassa, con professionalità, impegno, confrontandoci costantemente con un mercato saturo di concorrenti storici, ai quali – grazie al nostro lavoro – siamo addirittura riusciti a guadagnare terreno. Eppure siamo dovuti arrivare a scrivere, come facciamo tutti i giorni da troppo tempo, non per imbastire un pezzo da mandare alle stampe, ma per cercare un confronto che – a parte la sporadica presa di microfono per promettere mari e monti – la proprietà del giornale non ha mai dimostrato di voler cercare veramente.

Oltre al mancato pagamento di tutte le spettanze maturate dal 25 ottobre, che non si è ancora riusciti ad erogare nonostante sia di natura misera, anche la presa in giro costante inerente la fine di un mese che non arriva mai fissata come punto di svolta per le problematiche che ci attanagliano. Senza dimenticare il cambio repentino del direttore, di cui noi corrispondenti siamo venuti a conoscenza tramite i social, e non da comunicazioni dirette, come sarebbe stato giusto.

Non ricevere una retribuzione è mortificante. Il mese è finito. Perciò, se non riceveremo ciò che ci spetta entro il 6 aprile, la nostra collaborazione a Cronache delle Calabrie terminerà, e questo stesso testo sarà girato ai colleghi di altri giornali per darne pubblica diffusione.

I corrispondenti locali

A distanza di oltre una settimana, dopo aver coraggiosamente e coerentemente sospeso la loro collaborazione, per tanti corrispondenti di Cronache delle Calabrie è giunto il momento di vedersi affiancati anche da coloro che – altrettanto coraggiosamente – erano rimasti a garantire l’uscita del giornale. Alla lettera di cui sopra (che risale allo scorso 4 Aprile al culmine di una sequela di richieste inevase dalla proprietà) è giunta una risposta sia da parte del neodirettore Francesco Graziadio, sia da parte dell’editore Francesco Armentano i quali, all’unisono, hanno chiesto ulteriore pazienza agli sfibrati collaboratori che – con il proprio lavoro – hanno tenuto alto l’onore di un giornale che probabilmente (nelle sue incarnazioni dirigenziali) non ne ha voluto seguirne l’esempio.

Il documento non ha avuto l’unanimità dei consensi di tutti i corrispondenti locali ma è stato sottoscritto dalla maggior parte di loro, ovviamente le scelte professionali e personali di ognuno afferiscono a dinamiche diverse che – tuttavia – da oggi sono convogliate nella medesima iniziativa, ovvero lo sciopero. Cronache delle Calabrie dovrebbe tornare in edicola a partire dal prossimo martedì, quando la proprietà dovrebbe svelare la strategia per venir fuori da un pantano che, così stanti le cose, ha iniziato ad assumere le sembianze delle sabbie mobili.