Crotone. Aggressione a Davide, Nicolò Passalacqua condannato a 20 anni. La madre: “Lo Stato non ci ha lasciato soli”

Nicolò Passalacqua è stato contannato dal gup di Crotone a 20 anni e 4 mesi di reclusione. Il 23enne di Colleferro era accusato di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi per l’aggressione al giovane bolognese Davide Ferrerio, ridotto in fin di vita per uno scambio di persona la sera dell’11 agosto dello scorso anno. Ferrerio, 21 anni, dopo l’aggressione è caduto in un coma irreversibile e ora si trova ricoverato in una struttura di Bologna. Il pm Pasquale Festa aveva chiesto la condanna a 20 anni mentre la difesa aveva sollecitato la derubricazione del reato da tentato omicidio a lesioni gravissime.

Risarcimento da 1,3 milioni, rigettata la richiesta di danni d’immagine per Bologna e Crotone

Il gup di Crotone ha anche disposto un risarcimento di 1.305.000 a favore di Davide e una provvisionale di 200 mila euro ciascuno per i genitori e il fratello di Davide. Il gup, invece, ha rigettato la richiesta di risarcimento per danni d’immagine avanzata da comune e Provincia di Crotone e dal comune di Bologna.

La madre di Davide Ferrerio: “Lo Stato non ci ha lasciato soli”

Dopo la sentenza, la madre di Davide Ferrerio, Giusy Orlando, ha dichiarato: “Lo Stato ha risposto, non ci ha lasciato da soli”, aggiungendo che “un po’ di giustizia è stata fatta. Il dolore è talmente lancinante, disumano, assurdo che non riesco a pensare ad altro perché non c’è niente. C’è semplicemente un ragazzo, un principe perché era il nostro principino, a cui è stata tolta la vita inutilmente. Adesso ci sarà il processo alla mandante ed al suo compagno. Spero che anche loro vengano condannati a una pena esemplare”.

Il legale della famiglia Ferrerio: “Risposta di un Paese civile contro la brutalità insensata”

L’avvocato Gabriele Bordoni, difensore della famiglia di Davide Ferrerio, ha commentato: “È la risposta massima che poteva dare un giudice di fronte a quello che è il capo di imputazione e il rito prescelto. Anche l’aver accolto integralmente la nostra richiesta risarcitoria dà il senso di una risposta forte di un Paese civile contro la brutalità insensata e questo ricostruisce un minimo di serenità”. Bordoni ha aggiunto:  “La famiglia di Davide rimane straziata e colpita per sempre, ma non si è sentita abbandonata dalla giustizia e da quella parte civile del Paese alla quale vuole riferirsi. La risposta c’è stata, ne sono lieto nell’interesse della famiglia”.

La difesa di Passalacqua: “Sentenza fatta per l’opinione pubblica

Di tutt’altro parere il giudizio sulla sentenza del difensore di Nicolò Passalacqua, l’avvocato Salvatore Iannone. “È un fatto grave che meritava una punizione – ha sottolineato – ma questa sentenza esemplare è stata fatta solo per l’opinione pubblica e così, a mio parere, non si fa la giustizia. Non ho mai visto una sentenza che pur riconoscendo un tentato omicidio, dia 20 anni di reclusione con il rito abbreviato. Vedremo le motivazioni e poi decideremo su appello”.

Rinviati a giudizio gli altri due imputati

Oltre alla sentenza di condanna di Passalacqua, il giudice Cordasco ha emesso un’ordinanza di rinvio a giudizio per altri due imputati: Anna Perugino e il suo compagno Andrej Gajtu, accusati di concorso anomalo in tentato omicidio. La Perugino è la madre della ragazzina, all’epoca ancora minorenne, al centro della vicenda poi degenerata nel pestaggio di Ferrerio scambiato per un’altra persona. Perugino e Gajtu compariranno il 15 giugno prossimo davanti al Tribunale di Crotone.

La drammatica fatalità

Da otto mesi giace in coma irreversibile, in una struttura sanitaria di Bologna, a causa delle violenti percosse subite l’11 agosto dello scorso anno mentre era in vacanza a Crotone con i suoi familiari. Per il ventenne Davide Ferrerio la vita si è fermata quella sera a causa di una tragica fatalità: il suo aggressore lo ha scambiato per un’altra persona. Nicolò Passalacqua, il 23enne di Colleferro autore materiale del pestaggio che da quel giorno è rinchiuso in carcere e oggi è stato condannato a 20 anni e 4 mesi di reclusione per tentato omicidio aggravato, credeva che Ferrerio corteggiasse la ragazzina minorenne della quale era invaghito e voleva dargli una lezione. Al centro di questa vicenda c’è infatti Martina Perugino, che oggi ha 18 anni.

Tutto nasce da una relazione social tra la ragazzina, alla quale era interessato Passalacqua, ed un uomo di 31 anni, Alessandro Curto, che si nascondeva sotto un falso profilo per il quale utilizzava il nome di un ex fidanzato della ragazza.
Per questo la mamma della minore, Anna Perugino, 42 anni, aveva convinto la figlia a dare appuntamento all’uomo per scoprire chi si nascondesse dietro quel profilo. Così, insieme ad un gruppo di parenti ed a Nicolò Passalacqua quella sera si era recata davanti al Palazzo di giustizia dove il gruppo aveva effettivamente incrociato Alessandro Curto. Ma l’uomo, capito che l’appuntamento poteva essere una trappola, si era defilato e, dopo aver raggiunto l’auto, aveva inviato un messaggio alla ragazza dicendole che avrebbe potuto riconoscerlo dalla camicia bianca che indossava.

In quel momento nei pressi passava Davide Ferrerio, del tutto estraneo alla vicenda, che aveva appuntamento con un amico per andare a mangiare una pizza. Davide indossava una camicia bianca e per questo venne puntato da Passalacqua ed aggredito con un calcio alle costole ed un pugno alla testa. Anna Perugino e il suo compagno Andrej Gajtu, accusati di concorso anomalo in tentato omicidio, compariranno il 15 giugno davanti al tribunale di Crotone. Alessandro Curto, che rispondeva della medesima accusa, è stato invece prosciolto perché il fatto non sussiste. Per Martina Perugino, giudicata dal tribunale dei minori di Catanzaro, è stata disposta la messa in prova.