Crotone, la patetica doppia morale del sindaco che “piange” le vittime ma perseguita i migranti ambulanti

Adesso che il tragico naufragio di Steccato di Cutro è divenuto un conto che ancora non torna, per via di una lugubre contabilità che non si riesce a chiudere, finché il mare non avrà restituito i corpi dei dispersi, il fronte delle polemiche si estende sempre di più.

E davvero sembra inopportuno l’invito del sindaco di Crotone al Presidente del Consiglio a venire sui luoghi della sciagura adesso che tutto è compiuto. Certo, sarebbe una buona occasione per il primo cittadino di farsi un selfie con la Meloni, ma ci saranno sicuramente momenti migliori, tutto dipende da quanto resterà in carica “l’omonimo” di Frank Sinatra (“The Voice” Sinatra, semplicemente “Voce” il sindaco, ndr). 

Intempestiva e patetica iniziativa quella del sindaco di Crotone, laddove la compagine di governo aveva già stabilito di tenere un Consiglio dei Ministri a Cutro. Ma non è la prima di stecche che prende l’ingegnere, almeno sino a prima di essere eletto nella carica. Perché c’è da chiedersi come fa un sindaco a stracciarsi le vesti per la terribile sorte subita dai migranti, purtroppo morti e comunque naufraghi in un paese tanto lontano dal proprio e poi perseguitare quelli più fortunati che, nel corso degli anni sono sopravvissuti a questo terribile “passaggio del Mar Rosso” in cerca di un  futuro o di semplice sopravvivenza e che a Crotone non hanno trovato di meglio che mettere le ruote a quattro tavolacci per costruirsi una bancarella ambulante per vendere cover di cellulari e occhiali di plastica.

Per questi “naufraghi” il sindaco ha emanato una severa ordinanza, un divieto assoluto di svolgere il loro misero commercio nelle vie del centro, manco fossimo su Ponte Vecchio a Firenze. Una indebita occupazione di suolo pubblico, perché gratuita, abusiva, laddove tavolini, divanetti e sedie occupano, chissà se pagando il dovuto, persino i rami degli alberi.

Il sindaco ha perso una clamorosa occasione per tacere e per vivere il proprio dolore per la terribile sciagura di Steccato nell’umiltà del silenzio, come tutti, nessuno escluso degli abitanti di questa città che tra mille difetti, non ha mai avuto quello dell’intolleranza razziale, l’ha vissuto e la vivrà ancora sino a quando la tragica contabilità delle vittime del mare non sarà chiusa. Una cosa va comunque scritta con caratteri di fuoco, che a Crotone non esistono e non hanno ragione d’esistere prefiche dell’accoglienza e dell’agire caritatevole nei confronti dei migranti.

Nei giorni immediatamente successivi alla sciagura, qualcuno si è concesso il lusso di definire i crotonesi ipocriti e “luride merdacce” che solo dinanzi a una parata di bare hanno scoperto quanto sia tremendo il destino di questi fratelli che vengono da lontano. Non è così, le “luride merdacce” sono state sempre solidali con i migranti, ma in vita, e sinceramente addolorati quando è stato il momento di inginocchiarsi davanti alle bare del palazzetto. E sono tante le testimonianza di solidarietà in tal senso, alcune, addirittura scivolate nel grottesco, quasi nel comico per fortuna. Come quando alla spiaggia di Le Cannella arrivarono dei curdi e gli abitanti del posto si precipitarono ad andargli incontro, in attesa che arrivassero i soccorsi istituzionali. Li trassero in salvo alla riva ed i poveri curdi ignari si misero a correre per sfuggire alle divise, dietro a loro si misero a correre anche i soccorritori autoctoni e alla fine, ecco il lato comico della cosa, fu difficile per le forze dell’ordine riuscire a distinguere i Curdi dagli Isolitani. Si trattò di un caotico e movimentato salvataggio. Andato a buon fine, per fortuna. Intanto Crotone piange i suoi morti. Questi morti ci appartengono e noi vogliamo la verità e venire in aiuto a chi ha bisogno di noi.

Antonella Policastrese