Crotone, piazza e piazzisti

di Antonella Policastrese

C’era molta attesa per la convocazione degli ordini professionali e delle associazioni di categoria nel palazzo comunale di Crotone indetta per prospettare la riqualificazione di Piazza Pitagora dopo lo show del 31 dicembre che ne ha stravolto i connotati. E la partecipazione è stata massiccia forse anche a causa di una fuga di notizie che dava per già individuato chi avrebbe dovuto essere l’artefice dell’opera. Era circolato il nome di una progettista che ha già collaborato con l’Amministrazione comunale per il progetto “Antica
Kroton” cioè di quell’intervento per riportare alla luce le preesistenze archeologiche del capoluogo, congruamente finanziato, oramai ridotto allo stato gassoso perché stravolto completamente nella sua concezione originaria e sbeccato nella sua consistenza finanziaria, come gli avvoltoi fanno con una carcassa di animale.

La mente eccelsa, l’archistar per riqualificare Piazza Pitagora avrebbe dovuto essere l’architetto Egizia Gasperini cui l’Amministrazione aveva inviato una lettera di invito. Su questo punto si è rischiato l’incidente diplomatico e che l’incontro di giorno 19 gennaio nell’aula consiliare si trasformasse in uno scontro aperto fra amministratori e professionisti intervenuti. A quel punto provvidenziale è stato l’innesto della retromarcia e quindi la decisione finale di affidare la riqualificazione della piazza a un concorso di idee che, tradotto in lingua eschimese, significa uno slittamento dei tempi, almeno sino alla vigilia delle prossime elezioni amministrative.

Tanto più, come ha ribadito il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, che i soldi ci sono, due milioni di euro da prelevare dalla regalia ENI alla città e c’è pure la statua da collocare al centro della piazza, quella di Pitagora realizzata da Gaspare Brescia, salvo diverso parere della Soprintendenza che ha delle remore in merito alle dimensioni dell’opera. Perché, parliamoci chiaro, al centro della piazza, a prescindere dall’idea di riqualificazione che si voglia privilegiare, ci va messa o una fontana oppure una statua; se quella di Pitagora è troppo alta, forse, secondo la Soprintendenza, potrebbero andare bene delle statuine dei sette nani, ma senza Biancaneve.

E’ che a Crotone si fa del cabaret in luogo di sana amministrazione; si campa di varie ed eventuali; si galoppa con la fantasia; si vive di letteratura, di musica e poesia; si sogna ad occhi aperti; c’è chi può e chi non può, ma chi può, può tanto, ma non tutto, per fortuna. Non si può fare altro che stringere i denti e pregare che l’attuale ciclo amministrativo, costruito sulla demonizzazione dell’ENI, possa passare presto e senza procurare ulteriori danni alla città. Chi credeva che Cesare Ragazzi fosse l’unico calvo in Italia a essersi messo in testa un’idea meravigliosa si sbagliava; prima di lui, c’era riuscito un altro, quello che faceva arrivare i treni in orario.