Dibattito ad “Articolo 21”: anche Paolini strapazza Occhiuto il vigliacco

Ieri sera è andato in onda il primo dibattito tra i candidati sindaco a Cosenza, ospitato dalla trasmissione Articolo 21 della tv RTC Calabria con il conduttore Lino Polimeni.

Presenti Mario Occhiuto, Enzo Paolini, Valerio Formisani e Gustavo Coscarelli.

Assente Lucio Presta, il quale, non conoscendo le vicende cosentine, ha pensato bene di defilarsi con la scusa della presentazione di oggi pomeriggio al Citrigno.

Diciamo subito che Formisani e Coscarelli sono stati inevitabilmente “tagliati fuori”, visto e considerato che non hanno davvero ben chiara la situazione. Il medico, bravissima persona, altro non è che il disperato tentativo di una parte molto esigua della “sinistra” di attaccarsi ad un nome e ad un simbolo per non essere “costretta” all’astensione. L’ingegnere, del quale ci occupiamo di tempo, sta lì, con la sua “maschera”, pronto a fare da stampella ai poteri forti qualora ce ne dovesse essere bisogno.

E così il dibattito è diventato il solito, stantio e ripetitivo testa a testa tra Occhiuto e Paolini. Polemiche a go go per la claque (battitori di mani a pagamento, anzi ad affidamenti diretti) che il cazzaro si è portato appresso, sempre pronta ad applaudirlo ad ogni cazzata che usciva fuori dalla sua bocca.

Ad un certo punto, quando la situazione era diventata grottesca e anche fastidiosa, Roberto Sacco ha chiesto e ottenuto la parola e al microfono di un Polimeni visibilmente imbarazzato, ha fatto giustamente rilevare l’incongruenza dei cento clienti di Occhiuto a fronte dei 25 di Enzo Paolini. E così il dibattito ha preso la giusta e inevitabile piega negativa per il cazzaro.

Ma la bagarre è stata accesa dalla telefonata di una signora che, in maniera davvero sacrosanta, ricordava gli affidamenti diretti a volontà di Occhiuto e chiedeva lumi sulla trasparenza in questi 5 anni. Pane morbidissimo per i denti dell’avvocato Paolini, che è andato a nozze nel ricordare l’assoluta assenza di trasparenza della sindacatura Occhiuto.

“… Sono state numerose le interrogazioni a firma dei consiglieri comunali (in verità non ne ricordiamo molte ma tant’è…, ndr) – ha detto Paolini – rimaste senza risposta che richiedevano chiarimenti sul continuo ricorso da parte dell’Amministrazione all’istituto dell’affidamento diretto per cottimi fiduciari o lavori pubblici di somma urgenza”.

Insomma, Paolini ha ribadito come Occhiuto non abbia mai dato nessun tipo di spiegazioni rispetto a queste vicende e il cazzaro, come al solito, ha scaricato tutto sugli uffici e quindi sui dirigenti quando invece tutti, ma proprio tutti sanno altro.

E cioè che “– la pratica usuale dell’affidamento diretto pare configurarsi come un vero e proprio artificio per aggirare l’obbligo della procedura concorsuale e favorire poche imprese fornitrici divenute beneficiarie dell’assegnazione di ingenti quote di risorse finanziarie pubbliche”.

Non sfugge a nessuno, poi, che alcune di queste imprese registrano tra i soci proprietari persone notoriamente vicine all’ex sindaco, parenti di qualche suo stretto collaboratore e di soggetti legati alla criminalità. Altro che “uffici” e dirigenti!

Paolini si è messo a ridere di gusto quando ha toccato con mano la vigliaccheria di Occhiuto e poi aveva con se un corposo dossier della procura di Cosenza e ha citato testualmente un dispositivo.

“… Lo scenario ed il contesto di una preoccupante e pericolosa deriva di arbitrio è confermata anche dalle evidenze accertate dalla procura della Repubblica di Cosenza che nell’ambito del procedimento penale n.2442/2012 per il reato di falso, addebitato ad un consulente del comune, ha affermato, in maniera non dubitativa, che “le indagini espletate hanno evidenziato rilevanti violazioni dei principi di buona amministrazione e di trasparenza dell’azione amministrativa” e che al Comune di Cosenza è pratica usuale “l’affidamento di incarichi di consulenza a soggetti esterni all’amministrazione comunale, con scarne motivazioni in ordine agli esiti della procedura comparativa seguita per la selezione del contraente”. La procura, nello stesso testo, inoltre, afferma che i professionisti sono scelti “in modo del tutto arbitrario, avvalendosi di incarichi di mera facciata”. 

Per farla breve, Paolini ha fatto un figurone e Occhiuto è rimasto parecchio contrariato dall’atteggiamento “aggressivo” dell’avvocato. Che ha vanificato completamente la presenza dei suoi clienti.

Giusto per completare l’informazione e riferire un altro passaggio che Paolini, sicuramente per mancanza di tempo e spazio, non ha citato, c’è da riferire che la stessa procura di Cosenza ha osservato più volte come “– è ingente la mole dei debiti fuori bilancio contratti durante questa consiliatura e sui quali il collegio dei revisori dei conti ha formulato pesanti osservazioni perché conseguenti a pratiche amministrative effettuate in aperta violazione di legge”. 

E così Occhiuto ha concluso “in bellezza” una giornata, quella di ieri, che ricorderà a lungo per tutte le mazzate che ha raccolto in giro per Cosenza.

E ancora la campagna elettorale non è neanche cominciata…