Dopo Riace ispezioni anche ai progetti Sprar di Cosenza e Acquaformosa

Finisce nel peggiore dei modi la prima fase giudiziaria di Mimmo Lucano, i giudici del riesame, dopo una camera di consiglio di diverse ore sentenziano per il sindaco di Riace, l’esilio.

Lucano sarà libero di muoversi altrove ma non potrà mettere piede a Riace. Un modo per sottolineare la natura politica di questo assurdo processo.

Tanta la solidarietà ricevuta da Lucano, compresa quella dei sindaci di Napoli e Palermo che hanno offerto al sindaco di Riace una “nuova dimora”.

Nel mentre Salvini parla a Rai Radio 2 e dice: Lucano non è un eroe, in Calabria la gente mi chiede più lavoro, non più immigrati. E poi non sono stato mica io ad avviare l’inchiesta su Riace, vi ricordo che sono ministro da 4 mesi, e prima di me c’era chi oggi dice di stare dalla parte di Lucano. E aggiunge: a Riace ci sono state delle evidente irregolarità amministrative, vogliamo solo che vengano rendicontate le spese effettuate, visto che si tratta di denaro pubblico. Se Lucano ha problemi a rendicontare, allora vuol dire che i problemi ci sono e sono gravi.

Salvini ha scelto per Lucano la via dell’intransigenza e della fermezza: chi sbaglia paga. E come concetto ci può pure stare, se questo, però, vale per tutti. Ma così non è. E allora vogliamo capire perché.

Infatti la linea della fermezza fino ad oggi è stata usata solo per Lucano.

Ci chiediamo perché, ad esempio, progetti Sprar come quelli di Cosenza e di Acquaformosa che esistono da tempo e che maneggiano bilanci che superano i 6 milioni di euro annui, non hanno mai avuto un controllo. Nessuno ha mai verificato se in questi progetti tutto fila liscio, se i bilanci sono a posto, se le fatture sono reali o fittizie, se i migranti hanno ricevuto i tre euro giornalieri, se nelle case affittate risiedono effettivamente gli aventi diritto, se il denaro per l’inserimento alloggiativo e lavorativo per i migranti è stato regolarmente speso e quali sono i risultati, se effettivamente risultano acquistate le 70 TV dei progetti di Cosenza, e quanti migranti risiedono in città dopo 15 anni di finta accoglienza. Giusto per capire come vanno le cose. Al pari di Lucano. Sarà forse perché sono gestiti dal PD e sono tutelati da Minniti? E a tal proposito abbiamo ricordato al ministro che a gestire i progetti di Acquaformosa c’è Govanni Mnaoccio, famoso per le sue campagne contro Salvini.

Ora tutti ci aspettiamo la stessa determinazione del ministero per questi signori che gestiscono la più grande holding del disagio in Calabria, e che sembrano immuni a ogni verifica. Ed è per questo che ci siamo presi la briga di segnalare questa strana anomalia al Servizio Centrale del ministero, chiedendo l’invio anche in questi progetti degli ispettori, così com’è successo a Riace. Ovviamente ci aspettiamo che tale richiesta sia supportata anche da tutta la deputazione 5Stelle cosentina, non fosse altro che per affermare un sacrosanto principio: la Legge vale per tutti. E quindi anche per chi non ha mai dato conto del proprio operato, come i progetti di Cosenza e Acquaformosa (tra l’altro più volte segnalati in procura per palesi violazioni in merito all’erogazione dei pocket money) gestendo nella più totale discrezione milioni e milioni di euro pubblici.

Restiamo in fiduciosa attesa di una risposta dal ministero e dai deputati 5 Stelle, ai quali non faremo mancare, giornalmente, il nostro remember…