Draghi, Grisù e la sinistra (di Giulio Bruno)

di Giulio Bruno

Quelli che hanno la mia età se lo ricordano: Grisù, il cucciolo di drago che aspirava, da grande, a diventare pompiere. Una metafora-ossimoro utilizzata per descrivere mutazioni radicali: da giovani si è spesso rivoluzionari, per poi ritrovarsi moderati o conservatori in età adulta.

Del resto, come si dice? I vecchi danno solo (apparentemente) buoni consigli perché non possono più dare “cattivi” esempi. A leggerla criticamente, si raggiunge una ipocrita saggezza appena si conquista una comoda stabilità. Un po’ come chi si presenta keynesiano e si rivela, alla lunga, apologeta del peggiore orientamento ultraliberista della scuola di Chicago, i boys fautori del libero mercato e del pensiero unico dominante. Che tradotto, per i più distratti, vuol dire: privatizzazioni selvagge, riduzione dei salari per favorire la creazione di profitto per le imprese, aumento dell’età pensionabile, taglio dello stato sociale e via di questo passo. Certi curriculum non mentono.

La svendita del patrimonio pubblico italiano del Britannia, i derivati che hanno intossicato la Grecia, la totale e fideistica fiducia illimitata nel mercato e nella sua crescita infinita. Programmi e idee sconfitti dalla storia, responsabili delle disuguaglianze che negli anni hanno prodotto accumulazione di ricchezze enormi per pochi e povertà e precarietà per tutti gli altri. Non mi sorprende la scelta del PD, da sempre incline a sostenere le ragioni di quelli che una volta venivano definiti “avversari di classe”; cosa non si fa per essere accettati nei salotti buoni dell’establishment politico ed economico internazionale. Resta incomprensibile la posizione di Leu e quella dei 5 Stelle: più dell’onor poté il digiuno, volgare interclassismo e fame di ministeri.

Dov’è la sinistra? Risposta semplice semplice: non esiste. In questa boria collettiva gli epigoni del draghetto Grisù si ritroveranno senza fiamme e, da pompieri, senza acqua. Più prosaicamente, con le pezze al culo. E Draghi? Beh, in fondo non dimentichiamo che Grisù è proprio un drago… e magari da “catananno” (perché vecchio ormai lo è già) riuscirà a coronare il suo sogno e a diventare davvero “pompiere”. ‘Mmucca liù, dicimu a Cusenza.