Gianluca Callipo (Pd) sceglie Occhiuto: con lui equa distribuzione del bottino

In termini politici la notizia c’è, ma viene anche da dire, rispetto all’adesione del sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo  al progetto “civico” di Occhiuto in vista delle prossime elezioni regionali: chi se ne frega!

Ma chi è questo Callipo? Ex volto nuovo del Pd, rottamatore della prima ora, renziano di ferro, presidente di Anci Calabria e sindaco di Pizzo. È stato anche l’avversario renziano di Palla Palla alle primarie Pd del 2014, raccogliendo il 42% dei consensi tra i democratici, quando la rottamazione (a chiacchiere) era di moda.

Callipo passa a Forza Italia, senza però lasciare il PD: sai la novità. Si sa che sono sempre stati tutti na ‘nzalata riccia.

Un passaggio necessario dal punto di vista di Callipo: non ha avuto quello che si aspettava dai suoi compari di partito e, vista la maliparata, ha deciso, come è uso a personaggi prezzolati che intendono la politica solo come strumento per l’arricchimento personale, di passare all’altra sponda dove la redistribuzione del malloppo, qualcuno gli ha detto, è più democratica. Altrimenti perché fare un passo del genere? Vendersi ad Occhiuto non è l’unica opzione per Callipo. Si può sempre decidere di smettere di fare politica e uscire di scena elegantemente e con dignità, del resto di fare politica non glielo ha mica ordinato il medico. Può vivere anche senza la politica. Invece decide di tradire i suoi ideali e di prostrarsi ai piedi del suo storico nemico, in cambio di qualche promessa (tipo un assessorato, una candidatura, o cose simili). Perchè quella di Callipo è una mossa dettata solo dagli interessi personali.

Gli argomenti usati da Callipo per giustificare quello che in politica è ingiustificabile, ovvero il tradimento, sono di una genericità disarmante e confermano la natura fittizia del passaggio al nemico: siccome il Pd mi ha deluso, me ne vado con Occhiuto che di sicuro non mi deluderà.

Evidentemente Callipo ha capito che è meglio allearsi con chi è pratico di intrallazzi ed ha una certa esperienza a truffare la pubblica amministrazione. Non perché il Pd non sia uso a questo, anzi, ma piuttosto per la poca considerazione che Palla Palla gli ha riservato, principalmente in materia di spartizione del bottino, in questi quasi 5 anni. In poche parole con Oliverio, Callipo non c’ha guadagnato niente. È questa la sua delusione. Non gli hanno dato niente, neanche la garanzia di una candidatura a consigliere regionale. Ed è per questo, e non certo per motivi politici, che Callipo ha deciso di affiliarsi alla paranza di Occhiuto, già plurindagato da tre procure (Roma, Cosenza, Castrovillari) e pluricondannato (per debiti e fallimenti). Un personaggio che può insegnargli tanto, specie in materie come la turbativa d’asta, il peculato e la frode.

È chiaro che la scelta di Callipo non può che mirare a questo: imparare il mestiere da Occhiuto, altrimenti perché allearsi con chi ha un sacco di problemi con la giustizia? Guai che non mancano neanche nel Pd, ma con Occhiuto è diverso perché, con lui, può trovare quell’accordo che non è riuscito a trovare con Oliverio. Con Occhiuto può finalmente stabilire la sua quota nei profitti (illeciti ovviamente), e ricavarsi qualche ruolo prestigioso, alla sua corte.

Non c’è una spiegazione politica credibile per questo passaggio, ed è normale pensare ad una “migrazione” di tipo economico. E sulla base di questo, Callipo, che è in cerca di denaro e gloria, non poteva fare scelta migliore. Bisogna solo sperare che l’impunità garantita ad Occhiuto dalla procura di Cosenza e dalla Dda di Catanzaro continui, altrimenti il povero Callipo potrebbe ritrovarsi, suo malgrado, a dover fare i colloqui con Occhiuto all’interno di un parlatoio di qualche prigione.