Gianni Morandi e la Calabria: la grande amicizia con Rino Gaetano e gli spettacoli del figlio Marco

Roccella Jonica è ormai da diversi anni e per tradizione il punto d’incontro di giovani e non nel periodo estivo. Tantissimi concerti e personaggi di spicco hanno raggiunto e raggiungeranno ancora fino all’ultimo concerto del 7 settembre di Elisa la città sulla costa jonica reggina, e tra questi anche Lorenzo Jovanotti con il suo Jova Beach Party, già passato da Roccella nel 2019.

In questa sede non ci interessano, tuttavia, né Jovanotti né la sua festa musicale né le tante infinite polemiche ma invece il suo partner ormai inseparabile Gianni Morandi e il suo rapporto “storico” con la Calabria.

Iniziamo dal siparietto social molto divertente, risalente allo scorso mese di marzo, che ha visto protagonista proprio Jova con Gianni Morandi. Lorenzo aveva pubblicato un post dal titolo “Una cartolina dalla Calabria” suoi suoi profili social per annunciare le due date di Roccella Jonica per il 12 e 13 agosto.

«Nel 2019 fu bellissimo – scriveva l’artista ricordando la precedente tappa a Roccella Jonica – chi c’era lo sa, io mi ricordo ogni momento di quella festa. Gli amici, gli ospiti, il caldo, il sole, il tramonto mozzafiato, la notte magica, la bella sensazione di essere vivi. Una grande festa».

L’ode di Jovanotti alla cittadina della Locride non era passata inosservata. Gianni Morandi, che con Jovanotti aveva duettato alla grande durante la serate dedicata alle cover nell’ultima edizione del festival di Sanremo, aveva commentato la cartolina del collega-amico con un «portami a Roccella Jonica».

E Jova aveva risposto a stretto giro di posta: «E me lo chiedi??????». Lo stesso Morandi, sempre attivo sui social, ha sempre lodato l’accoglienza calabrese diventando spesso testimonial di luoghi più e meno conosciuti della regione. Come per esempio, Coriglianp-Rossano, dov’è stato ospite qualche anno fa, ma non solo.

Ma Gianni Morandi la Calabria l’ha conosciuta soprattutto grazie a due grandi artisti e colleghi che ha incrociato spesso nella sua lunga carriera. Sono Mino Reitano e Rino Gaetano e sul rapporto di grande amicizia di Gianni Morandi con entrambi si può davvero scrivere tanto. Noi oggi partiamo da Rino da Crotone, con il quale l’eterno ragazzo della canzone italiana aveva creato un bellissimo “feeling”, che poi s’è trasferito anche al figlio Marco.

Morandi a Roccella ha cantato insieme a Jovanotti “A mano a mano”, che non è una canzone scritta da Rino ma da Riccardo Cocciante. Alla fine degli anni ’70 tuttavia Rino, Riccardo e il gruppo dei Perigeo hanno girato insieme l’Italia in tour e si scambiavano spesso le canzoni. Rino s’era innamorato di “A mano a mano” e ne faceva una versione diversa da quella di Cocciante, che a un certo punto – vista la loro grande amicizia – gliela cedette “ufficialmente” e così da quel tour “A mano a mano” diventò di Rino e lo fu ancora di più dopo la sua morte. Morandi e Jova l’hanno cantata alla maniera di Gaetano e l’omaggio è stato particolarmente gradito a tutti.

Ma adesso è più che mai giusto tratteggiare per le linee essenziali le tante cose che legano Gianni Morandi e Rino Gaetano.

Nell’ottobre 1978 Rino è ospite della trasmissione condotta da Gianni Morandi “10 Hertz” in Rai. Morandi, dopo il successo travolgente degli anni Sessanta ha conosciuto una fase di crisi nella sua carriera e prima della “rinascita” è passato anche dalla conduzione di programmi televisivi in Rai.

Stima molto Rino Gaetano, con il quale ha condiviso anche un periodo alla “mitica” Rca e lo invita, raccomandandogli di non “esagerare” che siamo sempre in Rai… E allora Rino prepara il suo canovaccio per l’ospitata. Decide di partecipare da par suo, come in tutte le trasmissioni nelle quali è comparso, con una versione spagnola di “Nuntereggae più”: “Corta el rollo ya” (“dacci un taglio, lascia perdere”) che sarebbe stata pubblicata su 45 giri, aggiornata con i nomi di personalità iberiche… CLICCA QUI PER IL VIDEO (Gianni Morandi e Rino Gaetano).

Come si vede dal video, Rino e Gianni fanno uno sketch sul cappello “che fa parlare spagnolo” e poi Morandi gli fa qualche domanda, partendo dall’ironia che Gaetano inserisce sistematicamente nelle sue canzoni – specialmente in “Nuntereggae più” -. Rino non si fa pregare e risponde alla sua maniera: “Faccio ironia perché l’Italia è uno dei Paesi più divertenti del mondo… Basta vedere la tv. stanno tutti con i lustrini, con i papillon, anche Orefice ce l’ha e ti posso assicurare che si sente – e io posso sentirlo – il profumo dei ministri…”. In quello che sembrerebbe un “non-sense”, Rino ha assestato invece una serie di fendenti mica male. In primis a Vittorio Orefice, giornalista del Tg2 legatissimo al Psi dell’astro nascente Bettino Craxi, che era famoso proprio per il suo vistoso papillon. Ma anche ai ministri democristiani, il cui “profumo” in un’epoca drammatica per quanto accadeva (eravamo nel 1978, anni di piombo…) era spesso oggetto di satira.

Morandi lo ferma in tempo e sposta l’attenzione sui cantanti “divertenti”. Rino non si fa cogliere certo impreparato e rivela all’amico che la mamma ogni mattina appena lo vede si mette a ridere. Morandi si chiede se sia una cosa buona che un cantante faccia ridere e Rino improvvisa una battuta al veleno, chiaramente improvvisata, che deve averlo divertito molto: “Beh, ci sono cantanti che fanno ridere certo, magari anche io, ma ce ne sono alcuni che fanno piangere…”. E anche in questo caso il “povero” Morandi è costretto a fermarlo per evitare incidenti diplomatici con certi suoi colleghi che all’epoca dovevano essere ancora peggio dei politici. Uno spasso, non c’è che dire.

Ma il grande rapporto di amicizia tra Rino Gaetano e Gianni Morandi è testimoniato soprattutto dal figlio di Gianni, Marco.

A vent’anni Marco Morandi ha fondato una band, i Percentonetto, con la quale ha partecipato nel 1998 a Sanremo Giovani, arrivando alle serate finali del Festival di Sanremo con il brano “Come il sole”. È tornato poi a Sanremo da solo, nel 2002 con il brano “Che ne so”, contenuto nell’album “Io nuoto a farfalla”, che prende il titolo dalla canzone omonima e chiaramente inedita di Rino Gaetano. 

Marco Morandi ha una vera passione, iniziata quando era un ragazzo, per l’artista calabrese. Dal 2017 gira l’Italia insieme a Claudia Campagnola con “…Chi mi manca sei tu!”, scritto e diretto da Toni Fornari. Uno spettacolo teatrale dove Marco interpreta le più belle canzoni di Rino Gaetano.

Serata per Rino

E in occasione del 40° anniversario della morte di Rino Gaetano, lo scorso anno il 4 giugno Marco Morandi è stato protagonista, insieme a Claudia Campagnola, di “Serata per Rino”. Un recital scritto e diretto da Toni Fornari e con la partecipazione del musicista dei RinoMinati, Federico D’Angeli. Il concerto è andato in scena a Roma negli spazi della webTV Quid Channel, che lo ha trasmesso anche in streaming sui suoi canali social.

Una serata di musica, aneddoti, ricordi del grande cantautore crotonese scomparso nel 1981. Questi quarant’anni di assenza fisica di Rino Gaetano sono stati colmati dalle canzoni che ci ha lasciato, e che continuano ad essere ascoltate ed amate anche dai giovani, che non lo hanno mai conosciuto se non attraverso la sua musica.

Per capire come mai, a distanza di quattro decadi, le canzoni di Rino Gaetano continuino ad essere sempre così attuali, e da dove nasca questa sua passione per il cantautore calabrese, Marco Morandi ha rilasciato anche molte interviste. Una in particolare. Impegnato nelle prove per il concerto del 4 giugno dello scorso anno, ha voluto dedicare un po’ di tempo per rispondere alle domande del sito Wondernet spiegando come nasce il suo amore per Rino Gaetano (https://www.wondernetmag.com/2021/06/01/marco-morandi-intervista-rino-gaetano/).

Marco, ho visto che non ti limiti a cantare Rino, ma lo interpreti indossando anche il frac e il cilindro come nella sua storica esibizione a Sanremo 1978…

Marco Morandi: Sì, abbiamo fatto un video per “Serata per Rino” dove sono vestito così, non so se poi durante la serata lo indosserò. Non è la prima volta che lo faccio, anche in …Chi mi manca sei tu!” indosso il frac per rievocare quel momento così importante per Rino, e poi nell’immaginario collettivo tutti se lo ricordano così.

Come è nata la tua passione per Rino Gaetano?

Marco Morandi: A far scoccare la scintilla è stato un disco che mi ha regalato mio padre quando ero adolescente, si trattava di una delle prime raccolte che uscirono. Quando l’ho ascoltato mi sono innamorato subito di una canzone, che è “Tu forse non essenzialmente tu”, che mi ha fatto accendere la lampadina, capire che era un artista diverso da tutti gli altri, nel modo di scrivere e di vedere la musica. Da lì ho iniziato ad approfondire, anche perché fino a quel momento conoscevo solo poche delle sue canzoni, quelle più famose, come “Il cielo è sempre più blu” e “Gianna”. E alla fine mi sono innamorato di lui definitivamente. Ho avuto la fortuna di cantare una sua canzone inedita, “Io nuoto a farfalla”. Ho ascoltato il provino ed è stato molto emozionante poterla registrare, un onore. Alla fine ho iniziato ad andare in giro per l’Italia con la mia band, i RinoMinati, a cantare le sue canzoni.

La prima canzone di Rino che ti viene in mente quando prendi in mano la chitarra?

Marco Morandi: È proprio “Tu forse non essenzialmente tu”, che tra l’altro è la traccia numero 1 del suo primo album “Ingresso Libero”. Per me è la canzone chiave.

Se invece dovessi eseguire soltanto una canzone per spiegare Rino Gaetano, quali sceglieresti tra quelle del suo repertorio?

Marco Morandi: La canzone che lo spiega meglio e che secondo me lo identifica chiaramente sia a livello umano che artistico è “Cerco”, che è probabilmente anche la mia canzone preferita di Rino ed è una delle mie canzoni preferite in assoluto.

Le sue canzoni sembrano non passare mai di moda, e continuano ad essere proposte nei film, nelle serie, nei concerti e persino negli spot. Qual è il motivo secondo te?

Marco Morandi: Non voglio dire che fosse un veggente, ma evidentemente ha fotografato degli argomenti chiave della società dell’epoca che ancora oggi sono attuali e probabilmente lo saranno anche domani. Argomenti come ad esempio l’emarginazione, che non possono passare di moda, e che lui è riuscito a toccare in maniera talmente originale, ironica…l’ironia è uno strumento molto importante per analizzare la società, ed evidentemente è una chiave che funziona sempre, anche oggi, e soprattutto fa molta presa sui giovani. Tanto è vero che quando vado a suonare le canzoni di Rino trovo degli adolescenti, che quindi sono nati ben dopo la sua scomparsa, che conoscono le sue canzoni a memoria. E questo è molto indicativo, mi stupisce di volta in volta trovare dei quindicenni che conoscono le canzoni di Rino.

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Quale tra le due facce di Rino preferisci? Quella allegra e scanzonata di “Gianna” e “Nuntereggae più”, o quella riflessiva e malinconica di “Escluso il cane” o “Sfiorivano le viole”?

Marco Morandi: Diciamo che tendenzialmente io preferisco le canzoni malinconiche, in generale. Quindi amo forse di più quel lato lì. Però devo dire che anche il suo lato ironico e irriverente è fortissimo.

Irriverente verso la moda e le tendenze, cosa penserebbe Rino Gaetano della società di oggi, dei social e degli influencer?

Marco Morandi: Beh, direi che non li reggerebbe più! (ride, nda)…Non credo che ci siano altre parole, è difficile ipotizzare cosa potrebbe dire oggi, ma è anche vero che quello che ha detto all’epoca oggi è attualissimo. Quindi forse l’ha già detto.

Lui, figlio di emigrati che ha scritto tanti testi sull’emarginazione, come avrebbe affrontato oggi il tema dell’accoglienza?

Marco Morandi: Sicuramente avrebbe scritto altre canzoni sull’argomento. L’emigrazione c’è da sempre, soprattutto il Mediterraneo è sempre stato un luogo di grandi spostamenti, di mix tra etnie e culture. È un processo normale, non è un fenomeno da combattere ma una risorsa, un arricchimento.