Gratteri a Otto e Mezzo conferma l’obiettivo Milano e parla dei colleghi: “Bisogna fare pulizia”

Sulla giustizia, la madre di tutte le riforme è quella del CSM e bisogna partire da lì: e l’unico modo per limitare le correnti, è il sorteggio. (…) E’ necessario fare pulizia all’interno della magistratura, è vero, ma i magistrati non sono marziani ma uomini, anche loro un prodotto della società: non possiamo credere alla favoletta che i magistrati sono tutti onesti”. Così il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7.

“La riforma Cartabia? Non mi pare una rivoluzione, non mi pare che si stiano centrando problemi e criticità. Io credo che dovremmo anzitutto ottimizzare risorse e i costi. Perché non è possibile, ad esempio, che a solo 65 chilometri da Palermo ci sia un’altra corte di appello, quella di Caltanissetta. O che ci siano 250 magistrati fuori ruolo. O che in uno stato moderno e serio, al problema di sovraffollamento delle carceri si risponda con indulto e amnistia, anziché costruirne di nuovi… Questi sono i problemi più importanti. La prescrizione deve rimanere così com’è fino a quando non si fanno quelle riforme che servono a velocizzare e digitalizzare i processi e a rendere la pena meno conveniente del delinquere” continua il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.

“Farò domanda per la procura di Milano, e anche per la procura nazionale antimafia, poi vedremo come andrà… Iscrivermi ad una corrente? Ma se non l’ho fatto fino ad ora, ormai!”. E ancora, sulla sua carriera: “Quando mi candidai a procuratore di Reggio, dove potevo essere il candidato ideale, considerato il mio curriculum di magistrato antindrangheta, nessuno mi ha calcolato. Ottenni solo un voto”. E a Catanzaro, “c’erano tre colleghi più anziani di me, ma io avevo fatto molta più Dda”.

Anche sui magistrati il procuratore di Catanzaro è andato giù molto duramente: “I magistrati -ha detto Gratteri – sono il prodotto di questa società. Certo che bisogna fare pulizia. Alla favoletta secondo cui sono tutti onesti e puliti io non ho mai creduto”. E sui collaboratori di giustizia, tema del momento, ha sbottato: “Oggi abbiamo dichiarato inattendibile un capo-crimine della ‘ndrangheta. Per noi non è un collaboratore di giustizia. Non abbiamo firmato il programma di protezione”. Chiaro il riferimento a Nicolino Grande-Aracri.

Prima di interrogare un presunto collaboratore di giustizia, io studio la sua storia criminale. Proprio oggi ne ho negata una… Ho messo il sigillo su un capocrimine e l’ho dichiarato inattendibile. Dopo sei giorni è andato in contraddizione e per me può tornare al 41bis. Tu devi dire tutta la messa, se vuoi programma di protezione la devi dire tutta non a tre quarti. Doveva parlare di 100 omicidi, ma se tu non mi dici una cosa fondamentale non ti firmo. Il rapporto per il programma di protezione non è un pentimento morale ma una collaborazione sulla base di riscontri concreti, e se un magistrato conosce le mafie, sa distinguere” conclude Gratteri.

Il governo Draghi? Di concreto non ho visto ancora nulla se non questa commissione per il Sud che serve a spiegarci le “buone prassi”. Già l’impostazione, l’idea stessa di questa commissione è offensiva. Sia perché sono realtà totalmente diverse, sia perché anche al Sud ci sono procure molto efficienti e ci sono veri e propri modelli di efficienza e tecnologia, come l’aula bunker di Lamezia Terme o la nuova sede della procura di Catanzaro. A Draghi cosa dovrei dire ? Sono molto scostumato ed irriverente. Dire quello che si pensa non ha prezzo. La cosa che mi fa rabbia e’ che dal 1986 che sono in cattività e siamo sempre a discutere delle stesse cose”.