Guglielmelli, Madame Fifì, don Magorno e la barzelletta della Commissione Antimafia

In tutto questo casino di ‘ndringhete e ‘ndrangheta, viene da chiedersi, ma i deputati calabresi (in particolare quelli cosentini) che fanno parte della Commissione Antimafia che fine hanno fatto?

Chi sono innanzitutto questi campioni di onestà e legalità, e che sono convintamente contro la ‘ndrangheta?

Non ci crederete ma è così, i nostri due rappresentanti dell’antimafia sono: Madame Fifì e don Ernesto Magorno.

Ora capite perché siamo messi così. Ma dico io: come si fa, o meglio come ha fatto il PD a sponsorizzare queste nomine conoscendo la caratura criminale dei due soggetti? E’ chiaro che sono complici. Fossi stato io del PD avrei fatto una guerra contro queste nomine. Mi sarei incatenato dappertutto pur di non farli passare, perché cari compagni con il culo degli altri del PD cosentino, la lotta alla ‘ndrangheta è una cosa seria. Ne va del futuro di questa terra.  Se mettiamo mafiosi a controllare altri mafiosi, ma cosa vuoi cambiare…

Caro Guglielmelli Luigi ci vuole un po’ di serietà. Non basta il tuo faccino da intellettuale de noantri, e i tuoi imbarazzanti silenzi a rasserenare chi in questo momento ha voglia di capire come stanno realmente le cose. Scendi dal quadro Luì e dimostra la tua reale distanza da questi mafiosi. Se così è. Se questa cosa degli appalti mafiosi fosse successa a Roma, allo stesso modo di come è successa a Cosenza, a quest’ora Virginia Raggi sarebbe in croce e su tutte le prime pagine dei giornali, Tg e su tutti i social. A cominciare dalla tua bacheca di FB.  E invece, dato che è successo a Cosenza, non serve parlarne. Non serve scomodare ministri, segretari, commissioni. Tanto siamo a Cosenza, in Calabria, e queste cose ci sono sempre state e sempre ci saranno. E’ così che la pensi Luì?

La mafiosità di Madame Fifì e don Magorno è conclamata e non serve una sentenza per dire questo. E’ scritta nella storia degli ultimi 30 anni di questa città. E’ incisa sulla pelle e nella miseria della gente che hanno condannato a vivere per sempre una vita di stenti.

E’ visibile dalle macerie sociali e umane, che si sono lasciati dietro. La vostra, la loro mafiosità si evince dallo squallore che ci costringete ogni giorno, con i vostri complici silenzi, a vivere. Una mafiosità che non si può nascondere.

Del resto anche tu non puoi negare che se non è mai passata la candidatura di Capu i Liuni a sindaco di Cosenza, è stato perché la “sua fama di intrallazzino a tutti i livelli”, che deriva da ladrocini concreti anche se mai sentenziati,  per la gente vale  più del certificato “pulito” del casellario giudiziale.

La mafiosità, caro Luigi, per essere provata, non necessita di un certificato. Sta tutta nell’atteggiamento, nelle azioni, nei comportamenti, nelle condotte di chi si atteggia ad esserlo. Non è difficile capirlo. Specie se parliamo di politici. E loro azioni non mi pare, così come non pare alla stragrande maggioranza dei cosentini che vi hanno sonoramente bocciato, siano costellate di onestà, rettitudine, legalità, trasparenza, come vorrebbe il ruolo che ricoprono. La loro presenza nell’Antimafia è una barzelletta tutta italiana. Questo sei capace a dirlo? Oltre al danno dobbiamo anche subire la beffa. Non ti pare troppo Luì?

Siamo di fronte a due personaggi fortemente borderline. E lo dimostra il fatto che all’indomani dell’operazione della DDA a Cosenza e a Reggio, dalla loro bocca non è uscito il benchè minimo commento. Neanche di facciata come è stato costretto a fare Occhiuto. E parliamo di due onorevoli membri della Commissione Antimafia. Ora se Guglielmelli è davvero estraneo a tutto questo marciume non deve fare altro che convocare una pubblica conferenza stampa con a fianco i due per “commentare” la gravità dei fatti esposti dalla DDA, ovvero: la città economicamente è in mano alla ‘ndrangheta. Scusa se è poco Guglielmè. E se fanno ricchia di mercanti li devi costringere a partecipare. Vogliamo sentire cosa hanno da dire.

Cari cosentini cosa dirvi di più, lo sapete da voi che è così.

A Cosenza la vera ‘ndrangheta è sempre stata la politica. Sono loro che decidono chi mangia e chi no. Sono loro che decidono il futuro dei nostri figli. Sono loro che hanno diritto di vita e di morte su tutti noi.

E se oltre a tutto questo, anche la storia della Cosenza mafiosa che in tutto questo tempo vi abbiamo raccontato, confermata da questo primo intervento della DDA di Catanzaro, non è per voi, dirigenti di partito perbene, e per voi  appartenenti all’onesta civile società, ancora sufficiente per iniziare a prendere le distanze da questi personaggi, beh, vorrà dire che, o siete come loro e così com’è vi sta bene, oppure che tutta questa mafiosità di cui oggi parlano due procure antimafia a Cosenza non c’è. E che Madame Fifì e don Magorno sono solo vittime di una persecuzione mediatica di detrattori, piddrizzuni, e veri mafiosi. Scegliete.

GdD