I carabinieri Tpc restituiscono pezzi di storia a Crotone

CROTONE – “I carabinieri del nucleo tutela del patrimonio culturale oggi hanno restituito a noi crotonesi dei pezzi della nostra storia”. Così la Soprintendente archeologica per le province di Crotone e Catanzaro, Stefania Argenti, ha definito la cerimonia di consegna al Museo di Capocolonna di una serie di 83 reperti archeologici recuperati dai carabinieri nel corso di alcune indagini sul traffico di reperti. Si tratta di reperti archeologici, paleontologici e di un antico cannone navale del XVII secolo che il nucleo tutela del patrimonio culturale dei carabinieri do Cosenza ha recuperato tra il 2017 ed il 2021 in due distinte operazioni – denominate Achei ed Alba – scaturite dalle indagini condotte dalla Procura di Crotone.
“Oggi – ha detto il procuratore di Crotone, Giuseppe Capoccia – arricchiamo il museo di Capocolonna con reperti che qualcuno aveva rubato per arredare le proprie case. Per arrivare a questo risultato hanno fatto tutti il loro dovere. È un segnale che se si fa squadra, se si lavora con un obiettivo preciso i risultati arrivano”.

Le due operazioni sono state spiegate dal capitano Giacomo Geloso, comandante del Nucleo Tpc dei carabinieri di Cosenza. La prima indagine è stata svolta tra il 2017 e il 2018 ed ha disarticolato un’organizzazione criminale con ramificazioni internazionali in Inghilterra, Serbia e Francia, portando a 23 misure cautelari ed 80 perquisizioni; la seconda operazione invece è nata da un controllo nella zona del Parco archeologico di Capo Colonna per la presenza di un cannone del XVII secolo d.C. utilizzato come ornamento di un giardino. La perquisizione ha portato al recupero di numerosi reperti archeologici e paleontologici, nonché dello stesso cannone.

Tasselli di storia

I reperti sono databili tra l’età del ferro e l’età romana; ci sono oggetti metallici, strumenti per la tessitura, vasi del IV e V secolo a.C. Di notevole interesse alcune tegole del V secolo di marmo bianco che sono tra i pochissimi pezzi rimasti dell’originale tetto del tempio di Hera Lacina che sorgeva a Crotone che venne saccheggiato dai romani e dagli spagnoli. Tra i reperti anche un frammento di una lastra di terracotta con decorazione a palmetta che rivestiva l’edificio B di Capocolonna.
Tre monete: una imperiale romana, una d’argento di Turi, ed una moneta bizantina trovata nei pressi del santuario della Madonna di Capocolonna che testimonia come questa zona sia sempre stata considerato luogo di culto di diverse religioni fin dall’antichità.
Tanti anche i fossili (che sono considerati reperti archeologici a tutti gli effetti) che provengono da successioni sedimentarie mio-plioceniche della medesima area geografica di Capo Colonna, mentre il cannone era stato asportato proprio dai fondali marini antistanti detta località.
Da studiare, per accertarne la provenienza, una affascinante testa di donna di fattura italica che probabilmente qualche trafficante aveva comprato altrove. Molti i fossili sequestrati che provengono da successioni sedimentaria mio plioceniche dell’area crotonese. “Piccoli ma preziosi tasselli per completare il puzzle della nostra storia” ha detto Alfredo Ruga, funzionario della Soprintendenza che ha spiegato il valore dei reperti. Il direttore del museo archeologico, Gregorio Aversa, ha annunciato che sarà allestita una mostra con i reperti restituiti dai carabinieri.

Il futuro della Calabria

Alla consegna ha perso parte il generale Pietro Salsano, comandante della Legione carabinieri Calabria che si è rivolto ad alcuni studenti del liceo classico di Crotone presenti al museo: “Queste attività svolte dai carabinieri per la tutela della cultura permettono di pensare ad una nuova fase sviluppo che ha al centro la bellezza del vostro territorio affinché voi possiate crescere qui, lavorare qui in una realtà di legalità e piena di contenuti”.