I politici? Ossessionati dal consenso immediato: il Corsera risponde a un lettore rendese

Sul Corriere della Sera di ieri abbiamo letto una interessante corrispondenza sul futuro politico del nostro Paese tra un lettore rendese, Gianfranco De Franco, da sempre attento a quanto accade dentro e fuori i partiti, e il direttore del quotidiano di via Solferino, Luciano Fontana. Ecco lo scambio epistolare. 

Caro direttore,

a me pare che oggi manchi (tra le altre cose) soprattutto una visione strategica del futuro. Coloro che dovrebbero guidare il Paese non hanno idea di come lo vorrebbero fra 20 o 30 anni. Lei crede che riusciremo a trovare un gruppo di persone che proponga una visione dell’Italia del 2050 e che spieghi ai cittadini come si dovrebbe costruire il futuro «mollica di pane su mollica di pane»?

Gianfranco De Franco Rende (Cosenza)

Caro signor De Franco,

purtroppo mi sembra che manchi non solo una visione del futuro per l’Italia del 2050 ma anche un orizzonte che arrivi al prossimo anno. La politica vive il giorno per giorno, se non addirittura il minuto per minuto. I nostri leader, o presunti tali, sono specialisti nel creare occasioni, e qualche volta caos, per la conquista del consenso immediato. Sembrano però del tutto privi di quella responsabilità nazionale, invocata dal presidente Mattarella, che guarda alle trasformazioni della vita e dell’economia e sa indirizzare il Paese nella direzione giusta. In Italia solo nel Dopoguerra abbiamo avuto statisti di questo tipo, poi se ne sono perse le tracce.

La politica al tempo dei social network non sa nemmeno cosa sia questa capacità di visione e tantomeno quali siano i programmi per realizzarla. Sarebbe, ad esempio, un dovere capire che Italia sarà quella del 2050 in un mondo completamente diverso dal punto di vista geopolitico, dell’ambiente, delle produzioni energetiche, dell’economia circolare. Così come sarebbe un obbligo indirizzare le risorse per migliorare l’istruzione, le competenze, la formazione dei giovani. Qui siamo invece a dibattere se il governo passerà la prova delle elezioni in Emilia-Romagna, o se dalla diaspora dei Cinque Stelle nasceranno uno-due-tre gruppi parlamentari. È difficile perciò lamentarsi di essere finiti in un angolo.

Luciano Fontana, direttore Corriere della Sera