I problemi che stanno a cuore alla città di Occhiuto (di Marta Maddalon)

Ieri, nell’ennesima intervista (?) su TEN al nuovo-vecchio sindaco appena insediato, mi ha colpito un’ affermazione fatta con la leggerezza, la bonomia, l’educazione che ha convinto molti cittadini con cui ho avuto contatto a ri-votare per il sindaco uscente-entrante.

Commentando gli altri candidati, di Formisani ha detto: “non ha molta esperienza della città; ha portato avanti i temi che gli stanno a cuore”. La prima affermazione può essere interpretata in vari modi, tra cui “non sa come vanno le cose qui tra noi”, ma questa è dietrologia e in fondo mi interessa meno, anche perché credo che Formisani e alcuni altri, pur sapendo molto bene come vanno le cose, si guardino con tutti se stessi dall’aderirvi. Anzi, alcuni, passano la vita a sentirsi dire “tu non hai capito niente!” / “Cosa credi di fare, una noce in un sacco vuoto non fa rumore!”.

La seconda affermazione è la più vera, la più terribile, la più tombale.

Formisani ha ‘portato avanti i temi che gli stanno a cuore’:
1. la salute pubblica
(non capirà di città – in che senso? neanche lui, come Guccione, dice l’archisindaco ha mai letto un libro di urbanistica? – Lui è medico, forse nemmeno il nuovo-vecchio sindaco ha mai letto libri sulla sanità pubblica).
2. il lavoro
3. la cultura
(Sgarbi, se si riesce col tasto forward ad evitare le eiaculazioni verbali insopportabili, ha passato il tempo a prendere apertamente in giro l’archisindaco nelle sue funzioni proprio di architetto, criticando ogni intervento fatto e dicendo sul Centro storico, su Alarico, sul modo di restaurarlo, sulla priorità assoluta di partire da lì, cose che coincidono con tutt’altra visione che quella del vecchio-nuovo sindaco. Il quale, se ne impippa, tanto i cosentini lui li conosce, Sgarbi fa solo brodo).
Ciò detto, non è all’ architetto Occhiuto che non stanno a cuore salute, lavoro e cultura – cosa che ci potrebbe preoccupare relativamente – ma ai moltissimi cosentini che lo hanno ri-scelto. E se loro non se ne preoccupano, è del degrado cognitivo che dobbiamo discutere, per arrivare al quale ci vogliono tempi lunghi e azioni continuate e pervasive. Per cui, bene così.
Marta Maddalon da Cosenza, città illuminata