I tre segreti di Fatima e il primo mistero di Vibo Valentia

I TRE SEGRETI  DI FATIMA E IL PRIMO MISTERO DI VIBO VALENTIA

I tre pastorelli di Fatima sono stati i custodi delle rivelazioni che la Madonna fece nelle sue apparizioni ai loro occhi innocenti. Ci sarà qualche pastorello contemporaneo e nostrale che saprà svelarci prima o poi il mistero per cui il Comune di Vibo Valentia non è stato mai sciolto in questi ultimi quattro anni e mezzo? E perché non è stato sciolto nemmeno davanti alle notizie che si susseguivano quasi frenetiche sul condizionamento della vita democratica in un capoluogo di provincia?

Dall’ultima operazione della Dda di Catanzaro si è appreso che anche la raccolta dei rifiuti nella città di Vibo Valentia e in altre realtà della provincia era sottoposta ai condizionamenti mafiosi: mazzette, assunzioni e noleggio mezzi. A seguire le modalità di spartizione tra i clan Mancuso, Fiarè, Pardea. Certo, gli episodi estorsivi non riguardano solo la vita dell’attuale amministrazione ma risalgono fino al 2009 ed è l’ulteriore prova di quello che abbiamo sempre sostenuto in una serie di inchieste di approfondimento. La vita democratica a Vibo Valentia non esiste da anni, anzi da decenni. Eppure mai nessun prefetto se n’è accorto e mai nessuno ha chiesto lo scioglimento per mafia. Neanche il nuovo prefetto che pure ha mandato la commissione d’accesso a Tropea, Nicotera, Stefanaconi, Mileto e Filadelfia, oltre che all’Asp di Vibo. Mentre i comuni di Soriano, Acquaro e Capistrano sono stati già sciolti. 

Da pochi mesi il sindaco Limardo aveva varato la nuova giunta dopo che Vito Pitaro ha fatto dimettere gli assessori della sua area e minacciava ogni giorno di togliere anche il sostegno esterno per portare la città a nuove elezioni ancora prima della scadenza della primavera 2024. Nell’operazione Maestrale di fine 2023 Nicola Gratteri e i suoi pm così descrivevano il ruolo di Vito Pitaro nella politica vibonese: Avvocato e politico, la cui figura rappresenta il trait d’union delle varie consorterie del territorio”. Sempre nell’indagine Maestrale si parla delle interferenze di Vito Pitaro per il concorso di 40 posti per operatore socio sanitario nell’Asp di Vibo Valentia. “Sentite avvocato, dicono che per quella situazione del concorso di Oss ve la state vedendo voi… perché c’è pure mia figlia in questo…”. Così gli si rivolge un signore di Mongiana in una telefonata agli atti dell’inchiesta. E’ talmente penetrato nella vita politica vibonese che condiziona pure le liste di attesa negli ospedali di Tropea e Vibo Valentia. Sempre in una intercettazione telefonica Vito Pitaro chiede ad un medico la cortesia di un esame riguardante un suo conoscente al fine di anticipare, rispetto alla prenotazione, una visita”.

Questi alcuni dei tanti fatti spuntati fuori nelle varie indagini portate avanti dalla Dda di  Catanzaro, che abbiamo documentato più volte https://www.iacchite.blog/vibo-le-elezioni-2024-sono-gia-controllate-dalla-massomafia-che-dicono-gratteri-e-il-nuovo-prefetto/

L’amministrazione di Maria Limardo ha viaggiato pari pari con l’operazione Rinascita Scott. A fine 2019 esplode la vicenda di Giuseppe Muratore. Muratore viene  eletto consigliere comunale con Forza Italia, in appoggio alla candidata Maria Limardo. Viene successivamente eletto presidente del Consiglio comunale, da cui si dimette il 30 dicembre 2019 proprio per via dell’inchiesta “Rinascita Scott”.  «Non me la sento più di andare avanti. Quello che emerge dall’ultima inchiesta – ha dichiarato pubblicamente Muratore – è un quadro allarmante che riguarda anche il nostro Comune».  

Muratore si dimette da presidente del Consiglio comunale e anche dall’incarico di semplice consigliere comunale. All’epoca il mondo politico aspettava lo scioglimento del Consiglio comunale di Vibo Valentia da un giorno all’altro. Anche perché nell’indagine Rinascita Scott, Bartolomeo Arena tirava in ballo l’allora  senatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori, eletto in Parlamento nelle politiche del 2018 ed in precedenza consigliere regionale e presidente del Consiglio comunale di Vibo Valentia. Un altro padre padrone dell’attuale amministrazione comunale.

Peppe Mangialavori e Vito Pitaro  sono le colonne portanti su cui si è poggiata questa amministrazione comunale per non parlare della vita politica di Vibo e provincia. Da un lato abbiamo Peppe Mangialavori che fino a qualche mese fa è stato il padrone assoluto della politica vibonese, ora un po’ offuscato da quando la Meloni non l’ha voluto come sottosegretario nel suo governo, e dall’altra Vito Pitaro senza i cui voti del suo gruppo Vibo Futura l’amministrazione comunale sarebbe stata sciolta da tempo. Da giovane  rivoluzionario con Rifondazione Comunista, poi con i comunisti, socialisti e infine dirigente del Pd. Con la giunta Sammarco di centrosinistra dal 2005 al 2007, è stato consigliere comunale a Vibo Valentia, nonché assessore alle politiche sociali, della famiglia, del volontariato, dell’associazionismo e sanitarie. Poi grande sostenitore ed elettore di Brunello Censore nelle sue elezioni al consiglio regionale e al parlamento. Nel 2019 passa con il centrodestra e viene eletto nella lista Santelli. Oggi condiziona l’attuale maggioranza, detta le linee per le future alleanze, pone condizioni sui nuovi candidati. Tutto questo nell’assenza assoluta dell’opposizione che non riesce nemmeno a raccogliere le firme di dimissioni dei suoi consiglieri comunali, attaccati alla cadrega fino all’ultimo giorno.

Questo è, in estrema sintesi, il quadro generale. Torna il mistero di Vibo Valentia. Qualcuno è a conoscenza del segreto per cui il Comune di Vibo non è stato mai sciolto con un “curriculum” del genere?  Dal 1991 ad oggi, in Calabria sono stati sciolti per mafia centinaia di Comuni e molti di questi per motivi non paragonabili ai fatti successi a Vibo Valentia. C’è qualche pastorello che sa dirci i motivi di tutto questo? E’ un mistero. E’ il primo mistero di Vibo Valentia.

Comunque al nuovo prefetto di Vibo Valentia ma anche al procuratore Falvo – visto e considerato che Gratteri ormai è partito… – torniamo a chiedere. A Vibo, a vostro modesto parere, ci sono le condizioni per libere elezioni? E Gratteri, anche se ora è a Napoli, non può neanche dire una parola a chi di dovere? Quien sabe…