Il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti intitolato a Valeria Solesin

Il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti di Cosenza sarà intitolato a Valeria Solesin, la ricercatrice uccisa nell’attentato di Parigi del 13 novembre al Bataclan.

«Ci sembra l’emblema dell’immigrazione al contrario, un tributo a una studentessa modello come vorremmo che fossero i nostri», dice all’Adnkronos la preside del Cpia Rosita Paradiso. Solo che di recente si è frapposto un intoppo burocratico. «Avevamo avviato le pratiche e il Comune di Cosenza avrebbe dovuto fare la deliberazione – spiega- ma poi le dimissioni dei consiglieri comunali hanno fatto cadere l’amministrazione comunale. Spero che il commissario straordinario si attivi per proseguire l’iniziativa».

La storia di Valeria Solesin «ci ha colpiti e commosso, in particolare in relazione alla sua attenzione alle donne immigrate», prosegue la preside. Un tema molto caro al centro provinciale per l’istruzione degli adulti, che promuove corsi dedicati sia agli italiani che agli stranieri.

Sono 765 gli iscritti ai corsi del Cpia, per la maggior parte stranieri che lavorano in Italia. Il centro si occupa inoltre dell’alfabetizzazione e sottopone a esami gli stranieri residenti nel nostro paese da almeno cinque anni e con un contratto di lavoro, che devono sostenere per ottenere il permesso di soggiorno provvisorio. Due volte al mese si riuniscono le sessioni e vengono sottoposti ai test gli stranieri indicati dalla Prefettura di Cosenza secondo una procedura gestita dal Ministero dell’Interno. Le prove da superare sono tre: ascolto, lettura e scrittura. Viene rilasciato, inoltre, anche una certificazione di livello superiore che consente loro di diventare a loro volta insegnanti di altri stranieri. Inoltre due volte l’anno circa, il Cpia organizza anche i test sull’educazione civica, che obbligatoriamente gli stranieri devono sostenere. «La provincia di Cosenza -spiegano al centro- è la seconda in Calabria per i risultati dei test».

Ai corsi per adulti non si iscrivono solo stranieri ma anche italiani laureati. «Abbiamo il caso -riporta la preside Paradiso- di due laureati in materie umanistiche che hanno deciso di prendere un altro diploma in agraria perché non riescono a trovare lavoro e si sono rimessi in gioco». Ai corsi di secondo livello, gestiti dai singoli istituti ma per la didattica facenti capo al Cpia, sono iscritti 1578 adulti in tutta la provincia (divisa in undici sezioni: due a Cosenza, Acri, Spezzano Sila, San Giovanni in Fiore, Malvito, Rossano, Cassano, Castrovillari, Paola, Scalea). Altri corsi sono organizzati negli istituti penitenziari di Cosenza, Castrovillari, Rossanoe Paola con laboratori manuali e altre attività a cui i detenuti partecipano con interesse. E poi anche i pensionati si sentono coinvolti e impiegano il loro tempo libero in attività con il Cpia. «Abbiamo ad esempio una docente in pensione che si applica con i lavori manuali. Quest’anno -dice la preside – parteciperemo con la creazione delle pigotte all’iniziative dell’Unicef».