Il Consiglio europeo discute di guerra. Per fermarla serve un “movimento globale pacifista”

Checchè ne dica Tajani il Consiglio europeo convocato per oggi e domani, è un “consiglio di guerra”. All’ordine del giorno il conflitto russo/ucraino, e quello tra israeliani e palestinesi. Con una nota a margine dedicata all’agricoltura. La guerra avanza e i nodi sono arrivati al pettine. Il consiglio europeo dovrà necessariamente, alla luce dell’inarrestabile avanzata militare russa in Ucraina, adottare soluzioni militari incisive se davvero vuole dare una chance di ripresa al sempre più sfiancato esercito ucraino. Le chiacchiere stanno a zero, e l’invio di armi e munizioni non basta più. Le tattiche tentate dalla Ue per isolare Putin non hanno funzionato. Putin non è mai stato solo, con lui 4 miliardi di persone: Cina, India, Brasile, Corea del Nord, Sudafrica, Iran, Cuba, Venezuela, Bolivia, Nicaragua, Burkina Faso, Mali, Niger.

La guerra in Ucraina è persa, la potenza di fuoco dell’armata putiniana, mai scalfita dalle sanzioni, ha travolto le difese ucraine, che resistono, ma a caro prezzo. A dirlo sono gli americani che quantificano in due mesi la resistenza ucraina, prima della capitolazione. Perciò servono rinforzi urgentemente, e questo lo sanno bene i governati europei che da giorni lanciano messaggi per preparare l’opinione pubblica europea ad una escalation del conflitto che dovrà necessariamente coinvolgere truppe europee. Infatti Emmanuel Macron non esclude l’impiego di soldati sul terreno in Ucraina, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel avvisa che “se vogliamo la pace, prepariamoci alla guerra” e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen chiede che l’Europa si armi perché “la guerra non è impossibile”. E tutto questo a dispetto delle chiacchiere della Meloni che continua a dire che non ci sarà nessun invio di soldati europei in Ucraina, senza spiegare però come intende fermare l’avanzata di Putin.

Già, perché il problema che il Consiglio europeo deve risolvere è solo di natura militare. Speranze di negoziare una pace non ce ne sono. Putin non deve vincere, è questo “l’imperativo categorico” dei principali stati europei: Francia, Germania, Polonia e Italia su tutti. E il problema va risolto prima delle lezioni americane (ottobre 2024). L’eventuale vittoria di Trump, che non vuole nessuna alleanza con Zelensky, lascerebbe da sola l’Europa a contrastare l’avanzata di Putin. E militarmente parlando le truppe europee non sono all’altezza delle truppe russe da sempre impegnate in conflitti: in Cecenia, in Georgia, in Crimea, in Libia, e in particolare in Siria. Quello russo è un esercito di veterani, mentre i soldati europei, compresi gli italiani, non hanno mai visto uno scenario di guerra, e hanno sparato solo nei poligoni. Senza contare poi che l’unica potenza nucleare in Europa è la Francia, il cui arsenale è niente a confronto dell’arsenale nucleare russo e dei suoi alleati.  Ecco perché il Consiglio europeo di oggi e domani va considerato come un vero e proprio Consiglio di Guerra. Va tracciata la strategia militare di intervento che la Ue dovrà assumere nelle prossime settimane. E l’Italia dovrà accodarsi alla oramai più che probabile soluzione bellicista. Non abbiamo alternative, il governo Meloni non può più tirarsi indietro, se la Francia invia soldati in Ucraina l’Italia dovrà fare lo stesso. Il che corrisponderebbe ad una dichiarazione di guerra alla Russia.

C’è chi dice che tutte queste chiacchiere del “prepariamoci alla guerra” sono solo un tentativo, da parte dell’Europa, di intimidire Putin. Che non solo non si è lasciato intimidire promettendo una bara a tutti i soldati europei che oseranno mettere piede in Ucraina, ma ha risposto anche a questi annunci colpendo con missili più volte, nella giornata di oggi, Kiev. Missili che annunciano che oramai il “nemico è alle porte” di Kiev. A fermare tutto questo, e lo abbiamo capito, non saranno i politici che siedono nel Parlamento europeo, serve una forte mobilitazione di piazza in tutto il mondo, con in testa l’Europa, contro la guerra. Serve un forte e determinato “nuovo movimento globale pacifista” che imponga all’Europa, alla Russia, e all’Ucrania la risoluzione del conflitto con un definitivo trattato di pace. Il che potrebbe sembrare una missione impossibile, vista la determinazione dei guerrafondai a fomentare guerra. Fermarli appare a tutti impossibile. Ma ricordiamo che in passato altri movimenti pacifisti sono riusciti, con la mobilitazione, a fermare sanguinose guerre, perciò, se crediamo davvero nella pace, possiamo riuscirci anche noi.  E dobbiamo farlo anche in fretta.