Il governo frena i governatori “servi sciocchi”: «Non allo studio misure contro i non vaccinati»

«Non è allo studio nessuna stretta sul modello austriaco per i non vaccinati». È la chiusura del governo Draghi dopo una giornata di forti pressioni da parte di alcuni presidenti di Regione (tra i quali il coglionazzo indicato da Berlusconi che guida la Calabria) che hanno richiesto all’esecutivo di adottare il prima possibile restrizioni anti-Covid in vista anche delle festività, per evitare poi che sia troppo tardi e che molte aree del Paese tornino alle restrizioni della suddivisione a colori.

Le fonti governative citate dall’agenzia Ansa hanno ribadito che i dati relativi ai contagi quotidiani non sono paragonabili a quelli svizzeri, e che la pressione ospedaliera è complessivamente sotto controllo. Al contempo, prosegue il monitoraggio settimanale dei dati da parte dell’Istituto Superiore di Sanità e la nuova valutazione su possibili nuove misure anti-contagio è prevista per dicembre. Insomma, nessun allarmismo. Nel pomeriggio già LaPresse, citando fonti dell’esecutivo, aveva spiegato che al momento non sussistono le premesse numeriche per imporre una stretta come quella messa in atto da Vienna. L’Austria, spiegano le fonti, ha poco meno di 10 milioni di abitanti e circa 12 mila casi al giorno. «E’ come se noi viaggiassimo su 72 mila nuovi contagi nelle 24 ore». Ieri in Italia i casi sono stati 5.144.

Chi è d’accordo

Tra i presidenti di Regione, il governatore della Liguria Giovanni Toti ha detto: «Chiederemo che le nuove misure restrittive legate alle fasce di colore, se devono valere per qualcuno, valgano per le persone che non hanno fatto il vaccino e non per le persone che lo hanno correttamente fatto». Dello stesso avviso il governatore del Friuli-Venezia Giulia e presidente della conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga: «Mi auguro che non ci saranno nuove chiusure ma, se ci dovessero essere, il prezzo non lo possono pagare i vaccinati». Poco dopo sono arrivate le parole di Attilio Fontana e Roberto Occhiuto (il coglionazzo di cui sopra), governatori di Lombardia e Calabria. «Non possiamo pensare a restrizioni per questi cittadini che hanno dimostrato fiducia, consapevolezza e senso del bene comune», ha detto il primo. «Se si dovessero rendere necessarie nuove restrizioni, queste dovrebbero coinvolgere esclusivamente coloro che non si sono vaccinati», ha aggiunto il secondo biascicando le parole in uno strano idioma che non si può definire “italiano”.

Chi dice no

Tra i contrari il leader del M5s ed ex premier Giuseppe Conte:«Le misure vanno dosate con equilibrio […] Sono contrario a operare ulteriori strette. Certo, se fosse proprio necessario… ma credo che possiamo affrontare più serenamente di altri Paesi questo passaggio». Il segretario leghista Matteo Salvini ha detto: «Io mi rifiuto di pensare a nuovi lockdown. La media europea dei vaccinati è il 66 per cento, l’Italia è al 77: davanti a noi solo Spagna e Portogallo. Io sono disponibile a riflettere di tutto, con tutti». E poi: «La gente per spendere ha bisogno di fiducia. Non possiamo continuare a terrorizzare il Paese, restituiamo un po’ di speranza. Smettiamo di terrorizzare gli italiani». Fuori dalla maggioranza, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha commentato: «Siamo la nazione che ha usato il Green pass  in modo più energico: mi sarei aspettata che, a fronte di quella scelta, non si sarebbe parlato di nuove restrizioni. Qualcosa non ha evidentemente funzionato».