Il ministro Crosetto ascoltato come testimone in procura a Roma dopo le frasi sui giudici

Il ministro Guido Crosetto è stato convocato dalla procura di Roma come testimone dopo l’intervista sull’«opposizione giudiziaria» al governo. Il procuratore capo Francesco Lo Voi ha ascoltato il responsabile della Difesa intorno alle 18.10 a piazzale Clodio a Roma. Ci è rimasto per un’ora e mezza. L’ascolto come persona informata sui fatti deriva da quanto detto il 26 novembre sui rapporti tra magistratura e governo. L’indagine sarebbe aperta come modello 45, ovvero senza indagati o ipotesi di reato. Il giorno dopo si era parlato di richieste su persone «molto vicine alla premier» dietro l’allarme di Crosetto. Nell’interpellanza in Parlamento il ministro aveva ribadito la sua fiducia nei magistrati, pur ribadendo che alcuni interventi erano a suo parere «gravissimi».

«Nulla di penalmente rilevante»

Crosetto non avrebbe denunciato nulla di penalmente rilevante durante il colloquio. Il Corriere della Sera scrive che al procuratore Lo Voi interessa poco della polemica tra il ministro e i magistrati. E che la convocazione in procura potrebbe essere arrivata in seguito a un esposto. La denuncia potrebbe aver imposto a Lo Voi gli accertamenti. All’incontro avrebbe preso parte il procuratore Michele Prestipino. Mentre Lo Voi nei prossimi giorni forse dovrà fare delle scelte. La prima è la possibilità di inviare l’incartamento e il verbale a Perugia, che è competente riguardo i magistrati romani. E poi toccherà al procuratore Raffaele Cantone l’onere di fare luce sulla vicenda. Lo Voi dovrebbe aver chiesto delucidazioni in merito alle frasi comparse sulla rivista giuridica che Crosetto ha indicato durante l’intervista. Chiedendo al ministro di fornire ulteriori dettagli sul punto.

Cosa aveva detto Crosetto

Il ministro al Corriere della Sera aveva detto: «A me raccontano di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni. Siccome ne abbiamo viste fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee…». E aveva aggiunto che l’esecutivo poteva essere messo a rischio soltanto dall’«opposizione giudiziaria». In seguito aveva fatto sapere che sarebbe stato «molto felice, di poter condividere con la commissione Antimafia o con il Copasir (per motivi di segretezza) le mie preoccupazioni e le cose che mi sono state riferite, per valutarle». Sia l’Antimafia che il Copasir avevano poi deciso di non procedere con l’ascolto del ministro.

«Sono sicuro che quello che ho fatto uscirà»

Intanto il giornale Domani parla di una frase di Crosetto durante la sua audizione in parlamento. Il ministro ha detto: «Sono sicuro che quello che ho fatto mesi fa uscirà e in qualche modo toccherà anche l’argomento di cui parliamo oggi, ma non compete a me portarlo avanti». Il quotidiano dice che Crosetto si riferisce a un esposto in procura a Perugia riguardo una «centrale di dossieraggio» apparsa sui quotidiani e messa in piedi da presunti pubblici ufficiali infedeli. Un uomo della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, è stato iscritto nel registro degli indagati. E ha subito una rimozione dal suo incarico in Commissione Antimafia. L’indagine, sostiene Domani, ha svelato uno scontro tra procure territoriali e direzione nazionale antimafia. Agli atti ci sono centinaia di accessi alle indagini senza spiegazioni né autorizzazioni.