Il Paradiso c’è

IL PARADISO DI EIMUNTAS NEKROSIUS

Lo spettacolo a cui si è potuto assistere al Teatro Auditorium Unical è un vero e proprio evento, una delle date più attese della stagione “Oltre la scena”, organizzata dal Centro Arti Musica e Spettacolo, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria. E a ragione, perché il regista Eimuntas Nekrosius è considerato uno dei nomi di punta della scena teatrale internazionale, un artista che ha portato i suoi spettacoli e la sua idea di teatro in mezzo mondo, ricevendo ovunque premi e riconoscimenti.

Artefice di un teatro visionario e antinaturalistico, il regista lituano con “Paradiso” completa il lavoro svolto sulla “Commedia” dantesca, dopo il precedente che presentava insieme il Purgatorio e l’Inferno. La trasposizione teatrale utilizza in piccola parte il testo trecentesco: quello di Nekrosius è soprattutto un teatro che vive di corpi attoriali, gesti, oggetti, suoni e musica, e che ci introduce alla visione del Paradiso attraverso le voci di un dolce canto lituano (una menzione particolare va alla scelta delle musiche, che spaziano da Alessandro Marcello a Schubert, da Bibier a Ciurlionis e perfino un assolo dal vivo di ” Wish you were here” dei Pink Floyd).

Gli attori della Compagnia teatrale “Meno Fortas” (fondata dallo stesso Nekrosius a Vilnius, Lituania) si muovono sul palco dando vita via via a ruoli diversi; insieme sulla scena, oltre a Dante e Beatrice, c’è anche un altro personaggio, posizionato sotto il palco, una sorta di rappresentazione di Virgilio che supporta gli attori e assiste partecipe all’intero spettacolo.

Paradise@Matveev 6 La messinscena particolarissima del regista è tesa al raggiungimento dell’essenza del Paradiso dantesco, ma non è perseguita tramite una rappresentazione fedele e cronologica dell’opera quanto piuttosto attraverso un’idea simbolica della stessa: l’obiettivo finale è quello di raggiungere e conquistare l’Amore, approdo finale in cui il sentimento di Dante per la donna amata si fa sentimento universale, coincide e diventa tutt’uno con l’Amore spirituale.

E’ necessario liberarsi, per intrapendere questo Viaggio, degli oggetti quotidiani che ci legano al mondo: orologi, specchi, monete, collane, ninnoli, persino i corpi stessi degli attori-personaggi sono orpelli da imballare e lasciare chiusi in un baule, affidati ad un Virgilio che è al tempo stessa guida e custode di Museo.

paradiso Eimuntas Nekrosius foto x sitoPerché per iniziare un viaggio tanto arduo è necessario abbandonare beni terreni, legami e angosce quotidiane. Solo allora può iniziare la ricerca e la conquista dell’amore che unisce Dante e Beatrice (i bravissimi Rolandas Kazlas e Ieva Triskauskaité). Quanto sia difficile conquistare questo Amore il regista lo sa bene, tanto che, nella presentazione, scrive che il Paradiso è «il riflesso della perfezione, e la strada verso la perfezione è tutt’altro che diritta e facile». E tuttavia è possibile raggiungere questo stato se, nel finale, e con le lacrime negli occhi, Beatrice può finalmente affermare: “Il Paradiso c’è”.

Tommaso Spinelli