Incendio ufficio postale Mandatoriccio, fermato un 28enne

I carabinieri della Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Corigliano Rossano, con il supporto dei colleghi della Stazione di Mandatoriccio e sotto il coordinamento della Procura di Castrovillari, diretta dal procuratore Alessandro D’Alessio, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un 28enne del posto, ritenuto essere l’esecutore materiale dell’incendio doloso che ha distrutto l’ufficio postale di Mandatoriccio. 

L’uomo durante l’azione delittuosa ha anche riportato delle conseguenze sulla propria persona. L’azione compiuta è stata posta in essere appiccando l’incendio con un enorme quantitativo di liquido infiammabile, che abbinato all’azione di due bombole di GPL utilizzate per innescare una devastante deflagrazione, poteva avere delle conseguenze tragiche e causare il crollo dell’intera struttura ponendo, pertanto, a repentaglio l’incolumità delle persone che occupavano lo stabile. Un pericolo scampato solo perché le bombole del GPL non sono esplose.

Fortunatamente le bombole non sono esplose, altrimenti, è l’ipotesi degli investigatori, sarebbe potuta crollare l’intera palazzina di tre piani dove abitano alcune famiglie e che è stata dichiarata inagibile per i danni provocati dalle fiamme.
Resta un mistero, al momento, il movente del gesto che, ipotizzano gli inquirenti, potrebbe anche non essere stato diretto contro l’ufficio postale. Nella palazzina abitano comunque persone definite tranquille.
L’uomo fermato è un disoccupato incensurato. A lui, i carabinieri della Sezione operativa del Reparto territoriale di Corigliano-Rossano, con il supporto dei colleghi della Stazione di Mandatoriccio e sotto il coordinamento della Procura di Castrovillari diretta da Alessandro D’Alessio, sono giunti anche grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza. L’uomo è stato trovato in un casolare di campagna e ha ustioni su più parti del corpo comunque non gravi.
L’incendio ha completamente distrutto l’ufficio postale del paese, che era stato recentemente rimesso a nuovo e consegnato alla collettività solo lo scorso 4 dicembre.
L’esito positivo per “quella che, solo per una serie di coincidenze positive, non si è trasformata in una strage”, è stato raggiunto, sottolineano i carabinieri, anche grazie al “favore del contesto ambientale, su di cui i militari hanno potuto fare affidamento nelle fasi iniziali, dimostrando come spesso questi elementi si rivelano dirimenti per orientare le investigazioni, anche in quelle attività che apparentemente sembrano più complesse”.