Italia, il nodo giustizia. Quanto inciderà la bomba Cesa sul voto alla riforma Bonafede?

In tutta Italia i famigerati addetti ai lavori stanno cercando di capire se ci sia una “logica politica” dietro al blitz di ieri mattina di Gratteri che ha affossato quel pezzo di malacarne di Lorenzo Cesa, che qui da noi, in Calabria, è chiacchierato da più di un decennio ed era già finito, come l’avvocato Pittelli, nelle inchieste di De Magistris. Ma la “tempistica” del blitz, inevitabilmente, accende i discorsi sulle dietrologie, vere o presunte, e su chi abbia potuto soffiare sul fuoco.

Veniamo ai fatti. Che Renzi abbia creato una crisi non per amore dell’Italia non dobbiamo essere certo noi a dirlo, però, visti alcuni fatti, magari può essere utile un memorandum per farci e farvi un’idea più precisa di quanto sta accadendo.

2018. Cena tra Gratteri, Salvini, Boschi e altri ministri per parlare di giustizia. Tutti i commensali, convocati dalla giornalista Chirico si trovano d’accordo su un’idea comune di giustizia (opposta a quella dei 5stelle). Prima ancora Renzi aveva proposto Gratteri come ministro della Giustizia ma venne bloccato da Napolitano (lo stesso che aveva cacciato De Magistris risultando a tutti gli effetti il mandante del suo allontanamento dalla Calabria). Ne scrissero approfonditamente tutti i giornali e Renzi e Gratteri ne discussero addirittura in una memorabile puntata del “Maurizio Costanzo (P2) show”… 

Febbraio 2020 (prima dell’emergenza Covid). Renzi minaccia di far cadere Conte sulla proposta di riforma della giustizia di Bonafede. Renzi ha spesso detto che l’idea di giustizia di Bonafede lo fa rabbrividire. E sono in molti a dire che sono questi i nodi che hanno fatto quasi saltare un governo. I fautori della dietrologia all’italiana su questo fronte ci sguazzano e potrebbero anche avere ragione. Il loro ragionamento è questo: non bisogna essere ingenui, Renzi sapeva di non poter far cadere Conte perché quelli del Pd non l’avrebbero seguito. Ma ora però può votare con l’opposizione di centro e di destra su alcuni temi e ha paradossalmente aumentato il potere di contrattazione se Conte non riesce ad allargare la maggioranza…
Arriviamo così al punto-chiave. Renzi sta aumentando il suo “potere” soprattutto nelle commissioni dove può bloccare tutto. E lavora sui famosi costruttori tra cui proprio Lorenzo Cesa, sì proprio lui, il pezzo di malacarne di cui sopra. E guarda caso la riforma di Bonafede sarà discussa proprio il 27 gennaio ovvero mercoledì prossimo…

Gennaio 2021. Viene indagato Cesa (anche) per fatti del 2017 e si dimette da segretario. E’ soltanto una coincidenza? Ognuno di voi è libero di pensarla come crede ma i fatti sono questi.