Jole, ora sei rimasta sola (di GdD)

Oggi l’onorevole Jole Santelli si interroga se a Cosenza esiste o no uno stato (si scrive minuscolo) di diritto. Una domanda che se non fosse stata posta da lei avrebbe anche un senso e una certa valenza.

Perché è da decenni che lo stato a Cosenza ha abdicato le proprie funzioni a favore di corrotti e intrallazzini vari: politici, giudici, avvocati, professionisti vari, poliziotti, carabinieri, e ladroni di ogni sorta tutti insieme appassionatamente a spartirsi la città. I soli corrotti ovviamente. Non tutti. E la magistratura antimafia sa bene chi sono.

Poche mele marce ma determinati ai fini dell’intrallazzo, per via dei ruoli apicali che occupano: tribunale, questura, prefettura e tutti i pubblici uffici. Infatti, non esiste a Cosenza, nonostante tutti conoscano bene l’andazzo e la malagestione della cosa pubblica, una sola inchiesta sul malaffare. Eppure tutti ne parlano.

Non c’è bar o piazza dove i cittadini non discutono degli imbrogli di questo o quel politico intrallazzato con malandrini di ogni ordine e grado. Tutti i cosentini si lamentano del continuo ladrocinio di risorse pubbliche. Lo capiscono dal fatto che non hanno a loro diposizione nessun servizio, perché per i bisogni primari delle persone non ci sono mai quattrini.

Di contro ogni giorno sentono politici e santoni parlare di miliardi di euro in arrivo o già arrivati in Calabria. Che nessuno vede ma che in pochi intascano. Nessuna opera pubblica si è mai conclusa negli ultimi 20 anni in Calabria.

Allora, due più due non può che fare quattro e la considerazione non può essere che una: per loro, i politici ladroni, i soldi escono, per i cittadini allo stremo no. Di questo sfacelo e continuo ladrocinio, nei capannelli per la strada, l’uomo qualunque indica un solo colpevole: la politica collusa con la malavita.

Allora, viene da chiedersi: ma i cosentini parlano a strusciu d’acqua o c’è del vero su quanto si dice? Io penso proprio di sì. Eppure, Jole, che è stata anche sottosegretario alla Giustizia, di questa mancanza dello stato di diritto, a Cosenza, non si è mai accorta. Lei, donna di successo che attraverso le giuste conoscenze ha scalato le vette della politica romana senza avere nessun merito, anzi, alcune leggende parlano dei suoi meriti, ma non li riporto, primo perché non ci credo, secondo perché sono scabrosi.

Forse perché quello che le interessava, all’epoca bella, a Jole, era tutelare i diritti degli amici degli amici. E degli altri, cioè i cittadini che da sempre subiscono ingiustizie da un tribunale corrotto come quello di Cosenza, non gliene è mai fregato niente. Ma adesso si pone il dilemma.

Mario-e-Roberto-Occhiuto

Ora che ad essere colpito è il suo amico Occhiuto, l’illuminista che è in lei prende il sopravvento. E la fame di giustizia diventa pane per la sua bocca. Si riscopre battagliera della libertà. Cosa che non gli è passata neanche per l’anticamera del cervello di fare quando per una finta bomba alla questura il suo amico Occhiuto, in combutta con Granieri e Anzalone, voleva mandare me ed un’altra giornalista in galera perché spiegavamo ai cittadini quello che stava accadendo al cantiere di piazza Bilotti.

In quel contesto chiaro ed evidente di abuso, la libertaria Jole non se l’è sentita di prendere una posizione. Tanto in galera ad andarci eravamo noi. Che gliene fregava a lei? Lo stato di diritto allora non le interessava. Come non le è interessato in tutti questi anni di amministrazione Occhiuto, dove non esiste un solo atto a norma di legge. Evidentemente la legge per lei la devono rispettare solo i cittadini, i suoi amici sono esclusi. Loro sono in possesso del diritto divino: sono politici, quindi al di sopra di ogni sospetto.

Jole ha passato molto del suo tempo a rincorrere questo o quel pezzotto politico solo per fare carriera politica, piuttosto che occuparsi dei problemi della sua città. Non ha mai avuto tempo a disposizione per denunciare o occuparsi, anche quando era sottosegretario, di corruzione e ladrocinio, tanto era impegnata per se stessa. La sola cosa che le riesce meglio. Politicamente parlando.

Del resto, la Jole nella sua lunga carriera politica mai ha detto una parola vera sulla vergognosa situazione in cui versa il tribunale, o la sanità, o della corruzione nella pubblica amministrazione a Cosenza. Temi discussi in città da pochi a dire il vero. Ma veri, concreti.

Spero che non arrivi, pur di difendere quell’imbroglione di Occhiuto, anche lei all’oscena affermazione che tali situazioni a Cosenza non esistono. Sarebbe la sola negazionista rimasta in città. Che Cosenza non è una isola felice ora è patrimonio collettivo. Questa se puoi risparmiarcela è meglio anche per te. Se lo dici, non ci fai bella figura. E il tuo già esile appeal politico scenderebbe sotto lo zero.

jole capovolta

Sei rimasta sola Jole, politicamente non ti fila più nessuno. Conti quanto il due di coppa quando la briscola è a denari. Solo il fratello può venirti dietro. Anche Orsomarso inizia a capire la musica e presto anche lui ti mollerà. La grande tempesta sta per arrivare.

E Fausto, che nulla c’entra con gli imbrogli di Occhiuto, non vorrà certo trovarsi invischiato con chi ha commesso gravi reati.

Il Gip pare abbia già firmato e a breve si salvi chi può. Cara Jole, quando questo accadrà, non ti resterò che io, insieme alla tua domanda: esiste uno stato di diritto a Cosenza?

L’unico, io, che nonostante tutto ha sempre creduto in te. E l’aver prodotto una interrogazione parlamentare che parla nella sostanza di noi come giornale, senza mai citarci (dovevi farlo, già vedo il titolo Iacchite’ arriva in Parlamento), mi conferma che in fondo tu mi hai sempre ascoltato, vista la considerazione che ci hai dato. Fallo anche questa volta, ascoltami: statti cittu e ricogliati ara casa ca ci fa cchiù bella figura. Stamm’ a senta!

GdD