La nuova Pd2: le relazioni pericolose e il balbettio di “Zinga” (di Marco Lillo)

In tanti si sono chiesti e a dirla tutta si chiedono ancora come mai il Pd “ufficiale”, quello di Zingaretti insomma, non ha mai detto una sola parola “seria” sul casino del Csm, che esplose più o meno un anno fa. In questo articolo dello scorso anno (mese di giugno) c’è la spiegazione al balbettio di “Zinga”…

di Marco Lillo

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Nicola Zingaretti finalmente ha detto qualcosa sul diluvio che investe il Csm, Luca Lotti e Cosimo Perri. Le sue parole purtroppo sono in stile Zingaretti: “La divisione e l’autonomia tra i diversi corpi dello Stato penso sia un principio basilare da difendere”. E come si concilia questo pensiero alto con gli incontri notturni tra membri del Csm, magistrati come Palamara e l’ex ministro Luca Lotti? Come si concilia questo auspicio con il ruolo giocato da Cosimo Ferri, prodotto perfetto delle porte girevoli tra magistratura, governo, Csm e ora Parlamento?

Zingaretti è molto cauto sui comportamenti degli uomini vicini a Matteo Renzi in questo scandalo. Potrebbe tirare un rigore a porta vuota e segnare la discontinuità con il predecessore ma tentenna. Forse perché rispetto al mondo di Luca Palamara, il magistrato al centro dello scandalo, non c’è poi molta discontinuità da rivendicare. Zingaretti per esempio aveva buoni rapporti con Fabrizio Centofanti, il presunto corruttore di Palamara. Il Centofanti non è solo l’imprenditore indagato come corruttore di Palamara a Perugia per i soggiorni alberghieri donati al magistrato in cambio del suo intervento al Csm contro un pm siciliano. Le società del giro di Centofanti pagano anche l’ex capo gabinetto di Zingaretti in regione, Maurizio Venafra, e il costruttore Peppe Cionci, in passato vicino a Zingaretti. Venafra per questo è stato indagato per corruzione e Cionci per reati fiscali.

Non solo. Centofanti è anche al centro dell’unica grana giudiziaria di Zingaretti. Il segretario è indagato per finanziamento illecito perché, per l’avvocato Giuseppe Calafiore, “Centofanti era sicuro di non essere arrestato perché riteneva do essere al sicuro in ragione di erogazioni che lui aveva fatto per favorire l’attività politica di Zingaretti”. Accuse de relato che non hanno trovato riscontri e che però non aiutano il Pd a tenere una linea dura sul caso Palamara-Centofanti.