Le chiacchiere di Gratteri e la scoperta dell’acqua calda

Ci risiamo: Gratteri è ritornato ad esternare. Il suo breve periodo di silenzio è finito. Avevamo pensato al suo silenzio come ad un messaggio per tutti: sto zitto perché sono impegnato in procura a lavorare su diverse delicate inchieste per acchiappare pericolosi criminali che da tempo derubano la pubblica amministrazione. Invece ancora una volta dobbiamo constatare che non è così. Non riesce proprio a stare zitto per più di qualche giorno. Se non esterna sta male, evidentemente.

Questa volta ci spiega come sono cambiati i metodi degli ‘ndranghetisti nel chiedere la tangente. Spiega che non è più come una volta che si chiedeva la tangente in contanti una volta al mese all’esercente, oggi invece, si costringe il commerciante a comprare la merce presso gli ingrossi gestiti dalla ‘ndrangheta. La scoperta dell’acqua calda. Forse Gratteri non sa che questa turpe pratica esiste dagli anni ’80. E non è certo cosa di oggi.

Ma evidentemente non sapeva cosa dire ed ha pensato di sparare la prima cosa che gli è venuta in mente con il piglio, secondo lui, di chi rivela una novità. A Cosenza, e non solo, lo sanno anche le pietre della strada che funziona così. Poi c’è anche chi si “accontenta” del vecchio metodo: il regalo a Natale, Pasqua, Ferragosto. Ma questi ultimi a sentire Gratteri sono dei morti di fame. Malandrini da quattro soldi.

Insomma ancora una vota siamo costretti ad ascoltare le chiacchiere di questo magistrato che invece di produrre inchieste, se ne va in giro per l’Italia e non solo, a sparare cazzate senza mai produrre un minimo a riscontro di ciò che sostiene. E’ convinto che basta solo dirle le cose per farle diventare vere. Blatera di masso/mafia, di burocrazia criminale, di colletti bianchi più pericolosi dei killer di mafia, ma non ha mai prodotto una sola operazione contro questi soggetti. Gratteri resta un ottimo sbirro: tutto quello che è riuscito a fare fino ad oggi, è stato acchiappare alcuni “crapari” con qualche chilo di droga. Di più non ha mai fatto. Per carità non è poco. Ma da qui ad eleggerlo come il salvatore della Calabria, francamente mi pare esagerato.

Ormai lo hanno capito tutti, anche quelli che lo difendono a spada tratta e a prescindere, che Gratteri è una buona chiacchiera. Tutto questo suo blaterare anche quando non c’entra niente, come nel caso dell’inchiesta “Mammasantissima”, è solo funzionale ai suoi interessi o velleità politiche. Ha bisogno di mettersi in mostra e di stare sotto i riflettori per curare la sua immagine di magistrato attivo contro la masso/mafia, per lanciarsi sul palcoscenico della politica. La sola cosa che gli interessa. E non potendo arrestare nessuno che non sia un craparo con droga, deve per forza esternare per darsi un tono. Ma alla fine i corrotti, i massoni mafiosi, i politici ladri, i burocrati disonesti, possono dormire sonni tranquilli. Quelle di Gratteri nei loro confronti sono, e resteranno, solo chiacchiere buttate al vento.

Insomma Gratteri somiglia un po’ a quei cuochi che stanno continuamente in tv in quei tediosi programmi di cucina, come ebbe a dire Severgnini, ai quali verrebbe da chiedergli: ma se stai sempre in televisione chi cucina nel tuo ristorante?