Le indagini su Leonardo La Russa: la droga, il mistero delle lesioni e le chat della ragazza

«Amo mi sono risvegliata da La Russa… (…) Ma che problemi ho… o mi hanno drogata. Non mi ricordo bene, non va bene, faccio troppi casini. Non sono normale, raccontami di ieri». Questo è il primo messaggio che la mattina del 19 maggio la ragazza che accusa Leonardo Apache La Russa invia all’amica dopo la notte in casa del ragazzo in cui si sarebbe consumato lo stupro. La notte prima le due sono state all’Apophis di Milano. E le chat documentano che la ragazza non ricorda proprio nulla. E che prende coscienza dei rapporti sessuali con il figlio del presidente del Senato solo quando glieli rivela lui. Nel pomeriggio la ragazza andrà al Centro Antiviolenza della Clinica Mangiagalli. Dove le riscontreranno la presenza di alcune sostanze nel sangue. Oggi sarà sentita dalla procura di Milano.

Le sostanze nel sangue

Proprio gli esami a cui la ragazza si è sottoposta ora sono decisivi. Dai primi esami svolti all’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano non risultano tracce significative di benzodiazepine. Ma dopo poche ore i microgrammi sono saliti al di sopra del livello in cui si certifica la positività. A rivelarlo oggi è La Verità, che parla anche delle altre sostanze prese dalla ragazza. Che prende lo Xanax mattina e sera e un antidepressivo come la fluoxetina. Ma anche la Quetiapina (un calmante) e il sonnifero Stilnox. Tra gli esperti c’è dibattito sulla possibilità che quanto assunto della ragazza possa riprodurre gli effetti della droga dello stupro. Che comunque evapora velocemente. E, scrive il quotidiano, dalla cartella clinica non risulta che sia stato ricercato. La ragazza inoltre non aveva tracce di alcol nel sangue.

La diagnosi e le lesioni

La ragazza è stata dimessa alle 20.06 del 19 maggio. Con diagnosi di «abuso sessuale da adulto». E nessuna prognosi. Per quanto riguarda le lesioni nei referti si fa riferimento a «un’ecchimosi superficiale di 2,5 centimetri per 1,5 al livello della cute del collo a destra». E di un graffio sulla coscia sinistra. La Verità sostiene che secondo chi ha letto le carte non si fa accenno a lesioni importanti e sanguinanti. E che Leonardo La Russa avrebbe infilato un preservativo prima del rapporto. Ma il codice penale italiano punisce anche il cosiddetto stupro per induzione. Ovvero anche chi agisce approfittando della condizione di menomazione della presunta vittima.

Le chat

Poi ci sono le chat. Ne parla oggi il Corriere della Sera. «Mi sto prendendo male, ma davvero, troppo. Cosa è successo? Amo mi sono svegliata qui da lui e non ricordo nulla. Aiuto…», scrive la ragazza all’amica. L’altra le chiede se è a casa del figlio di La Russa. E ancora: «Amo penso che lui ti abbia drogata, ma tu non mi ascoltavi ieri». E ieri sera «sei corsa via e non ti ho più trovata». Lei le risponde che non ricorda nulla. L’altra replica che stava benissimo «fino a quando lui ti ha offerto il drink, tu eri stata normale, eri stranormale. Avevamo fatto delle strisce (di cocaina, ndr) anche lì all’Apophis». Ma lei è diventata strana «dopo il drink. Lo continuavi a baciare. Io ti ho chiesto se lui ti piacesse o meno, e tu mi fai “Si lo amo” (…) Poi hai urlato “facciamo una botta”, io ti ho spiegato che l’abbiamo finita assieme».

I discorsi

L’amica dice di aver provato a portarla via. «Ti ho detto che volevo andare a casa e ti ho chiesto di accompagnarmi fuori». E «alle tre ho chiamato un taxi, ti ho anche chiesto se volessi tornare con me, ma dicevi di voler stare con lui». «Amo, mi ha drogata, per forza», risponde l’altra. Che poi le racconta quello che è successo a casa La Russa: «L’abbiamo fatto, da come dice (Leonardo, ndr)». Ma «non mi ricordo nulla». E poi: «Denuncio… come?». L’altra: «Ti ha per forza drogata», «non può essere c (cocaina, ndr). Non ti fa quell’effetto. Non era mai successo tutte le altre serate». E infine: «Amo, mi ha drogata, ter forza. Mi dovevi portare via». «Te l’ho detto più di una volta ma non ragionavi proprio, non so come spiegarlo, non eri tu».