Calabria 2021. Le promesse di Madame Fifì alla scienziata Amalia Bruni

Il Pd di Madame Fifì, Nicola Adamo, Iacucci, Boccia e Graziano, ci riprova. E questa volta puntano tutto sulla fama di una donna scienziata che nel corso della sua vita professionale si è distinta per capacità e competenze: la dottoressa Amalia Bruni, direttrice del centro regionale di Neurogenetica a Lamezia Terme.

Amalia Bruni nata a Girifalco (CZ) 66 anni fa, è una scienziata di lungo corso, e di fama internazionale. Si deve a lei e al suo team la scoperta della “nicastrina” ovvero la glicoproteina delle membrane intracellulari neuronali implicata nel meccanismo patogenetico delle demenza precoce dell’Alzheimer. Una scoperta che l’ha resa famosa in tutto il mondo. Da tempo guida, con non poche difficoltà, il centro regionale di Neurogenetiica a Lamezia, una struttura importante in materia di ricerca, ma da sempre bistratta e mai “calcolata” dalla politica regionale. Infatti, il centro guidato dalla dottoressa Bruni ha rischiato, e rischia, più volte di chiudere per mancanza di fondi. Fu Madame Fifì ad interessarsi del mancato finanziamento da parte della regione al centro guidato dalla dottoressa Bruni. E questo la dice lunga su chi ha condotto la trattativa e proposto la candidatura della dottoressa Bruni: la paranza peggiore del Pd. Quella del capobastone Nicola Adamo, ovvero la massima espressione del malaffare massomafioso.

Ma cosa spinge una scienziata di questo livello a buttarsi in politica? Quali sono stati gli argomenti prodotti dai marpioni della paranza del Pd per convincere la dottoressa ad abbandonare la ricerca per fare da prestanome agli amici degli amici? Immaginarli, conoscendo il modus operandi della paranza, non è difficile: le avranno promesso lauti finanziamenti, e nuovi laboratori di ricerca. E per una scienziata come lei che “vive” di studio e ricerca, questa è stata una proposta che non poteva rifiutare.

Noi crediamo alla buona fede di questa scienziata, che ha deciso di immolarsi sull’altare della trasversalità politica/mafiosa per amore della ricerca, ed è per questo che vogliamo informarla sui gravi rischi che corre accettando questa proposta indecente.

Sa la dottoressa Bruni che la sua candidatura è frutto di un accordo trasversale tra il Pd e il centrodestra per far vincere Occhiuto e impedire a De Magistris, con il quale non si possono fare intrallazzi, di arrivare primo? Questo accordo non è una invenzione giornalistica, sta nei fatti. Il Pd di Madame Fifì e Nicola Adamo è da sempre alleato con gli Occhiuto. Il loro Pd ha sostenuto per ben due volte l’elezione di Mario Occhiuto a sindaco di Cosenza, e poi questo accordo serve al Pd di Letta per mantenere certi equilibri di governo. Si sa che il Pd e Forza Italia si “aiutano a vicenda”.

La prova provata del tranello teso alla scienziata Bruni dai vari Boccia, Madame Fifì, Iacucci e Graziano – non vogliamo pensare alla mala fede di una scienziata che con la mala politica non ha mai avuto a che fare –  sta tutta nell’evidenza che a sostenere la sua candidatura oltre i suddetti, non c’è nessuno. Al netto di qualche sigla fittizia tipo socialisti di qua e riformisti di là, che elettoralmente parlando non contano niente. La dottoressa Bruni diventerebbe a tutti gli effetti la candidata della paranza del Pd capeggiata da Nicola Adamo Boccia, e Madame Fifì e tutto il codazzo di servi sciocchi che si portano dietro. Non esiste, allo stato nessuna coalizione a suo sostegno, né tantomeno il “centrosinistra”.

La scienziata, con il suo assenso, si presterebbe a fare da “scudo” con la sua specchiata reputazione, a questo patto scellerato che consegnerebbe la Calabria proprio a chi, come il centrodestra (Scopelliti docet), si è reso responsabile nel corso degli anni del saccheggio della sanità pubblica per favorire le centinaia di cliniche private riconducibili a consiglieri regionali del PD e del centrodestra spesso collusi con la massomafia che come si sa lucra sulla salute dei calabresi. Perché una scienziata del suo livello decide di diventare il paravento dei suoi stessi “carnefici”, ovvero dei politici che hanno sempre osteggiato la sua ricerca, negandogli le risorse necessarie al suo lavoro, mentre donavano generosamente centinaia di milioni di euro a cliniche private anche per prestazioni sanitarie gonfiate e tante addirittura mai avvenute? Cosa c’entra una scienziata impegnata a sconfiggere un brutto male, con tutta questo squallore?

Se il problema della dottoressa Bruni è garantirsi le risorse necessarie per proseguire le sue ricerche, non c’è bisogno di coinvolgere il lato oscuro della politica, o fare patti con belzebù, basta lanciare in rete una raccolta fondi, e le risorse arriveranno. Non ci sono dubbi sulla generosità dei calabresi e non solo, perché i cittadini preferiscono saperla dietro un microscopio a studiare come sconfiggere gravi malattie, piuttosto che complice di tutta questa marmaglia.