Le truffe di Mimmo Barile: un palazzo di 6 piani nel parcheggio dell’Hotel Executive!

RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI

Stiamo raccontando la parabola di Mimmo Barile, imprenditore e politico in bassa fortuna dopo aver conosciuto i fasti degli anni Novanta con il centrodestra di berlusconiana e “cinghialesca” memoria. Barile ha pagato, in particolare, la sua sfrenata brama di potere e denaro, che lo ha portato a scontrarsi frontalmente anche con suo fratello Ercole, che si è fieramente opposto alle sue logiche.

Siamo partiti dalla clamorosa truffa ai danni del calciatore Ciccio Modesto (poi arrestato dal cognato di Barile, il magistrato Vincenzo Luberto) e abbiamo rivelato l’incredibile trasformazione di una fabbrica di ceramiche artistiche in argento in un… call center gestito, tra gli altri, da una stretta congiunta di un cancelliere del Tribunale di Cosenza e dalla moglie di Barile, la sorella della moglie del “solito” magistrato Luberto.

Mimmo Barile e i suoi complici riescono a concludere l’audace operazione di trasformazione del moderno opificio di ceramiche artistiche con argento in uno squallido call center con un semplice “movimento”. Ed è a questo punto che entra nel gioco la triste figura di Lucio Marrello. Determinante nell’estromettere Ercole Barile dai giochi di potere e nel nominare come nuovo amministratore Mario Gimigliano.

Ercole si decide, a questo punto, a denunciare tutto alla procura di Cosenza.

L’OPERAZIONE POLITICO-EDILIZIA ALL’HOTEL EXECUTIVE DI RENDE

Prima che Ercole Barile si decida di andare in procura avviene un’altra clamorosa lestofantata. Suo fratello Mimmo vende il terreno prospiciente l’Hotel Executive di Rende. Tale vendita non poteva essere effettuata perché il patrimonio della società era posto a tutela degli interessi dei terzi (banche) e quindi sottoposto a vincolo.

Barile
Barile

Siamo nel 2008, nel pieno della campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale di Rende. Mimmo Barile è il candidato del centrodestra che cerca di contrastare la rielezione di Sandro Principe ma improvvisamente ritira la sua candidatura.

Barile è anche il titolare dell’Hotel Executive di Quattromiglia e la sua strana decisione arriva all’indomani di una riunione straordinaria nel corso della quale viene dato il via libera ad una variante al piano regolatore generale con la quale si rende edificabile il terreno adibito a parcheggio dell’albergo. Quanto basta per “convincere” Barile a togliersi di mezzo.

L’operazione, a quanto pare, è irregolare perché non rispetterebbe i parametri tra parcheggi e residenti ma tant’è.

A costruire il palazzo è un’altra coppia di galantuomini che rispondono ai nomi di Attilio De Rango, conosciuto ai più come “capu i bigliardu”, cognato di Tonino Gatto, il re della Despar e di Piercarlo Chiappetta, faccendiere e politico, cognato di Mario e Roberto Occhiuto e cugino di Mimmo ed Ercole Barile.

Piercarlo Chiappetta, cognato dei fratelli Occhiuto
Piercarlo Chiappetta, cognato dei fratelli Occhiuto

Quando si dice fratelli coltelli e parenti serpenti…

La concessione edilizia riguarda un palazzo di 3 piani ma i nostri eroi ne alzano ben sei e, per ovviare all’inconveniente, si fanno fare una “bonifica” per l’ultimo piano e poi a cascata ne beneficiano anche gli altri e il gioco è fatto.

E non è l’unica operazione illegale di questa torbida vicenda. Perché Mimmo Barile vende il terreno bypassando completamente l’assemblea dei soci della società proprietaria dando vita, di fatto, ad una finta vendita. Il fratello di Mimmo Barile, Ercole, denuncia il fatto alla procura di Cosenza ma la causa non va avanti e viene archiviata prima dal giudice Viteritti e poi dal giudice Greco. E il palazzone è ancora lì a fare pessima mostra di se.

Ma procediamo con ordine.

Per vendere il patrimonio societario, bisogna prima di ogni cosa informare i soci e farsi autorizzare dagli stessi mediante un’assemblea, in seguito si deve chiedere l’autorizzazione alla vendita dei terzi (sempre le banche) ed infine, previa comunicazione agli organi preposti, si può effettuare la vendita, dopo che anche il notaio incaricato ha controllato la correttezza di tutti i passaggi.

Da sinistra: Piercarlo Chiappetta, Roberto Occhiuto, Carmine Potestio e Carmine Vizza
Da sinistra: Piercarlo Chiappetta, Roberto Occhiuto, Carmine Potestio e Carmine Vizza

Inutile dire che nulla di tutto ciò viene fatto, infatti Ercole Barile scopre che il terreno è stato venduto solo quando vede le ruspe de “il gatto e la volpe (De Rango e Chiappetta)” che iniziano a scavare su quello che lui riteneva fosse ancore il suo terreno.

Tutto ciò avviene grazie alla complicità del solito collegio dei sindaci che anziché controllare la legalità delle operazioni societarie ne coprono gli illeciti dell’amministrazione e grazie anche agli acquirenti privi di scrupoli e complici con Mimmo nella truffa ai danni di Ercole, il quale non avrebbe mai consentito lo sviluppo di quel mostro edilizio realizzato sul terreno dell’Hotel Executive.

Viene a questo punto spontaneo chiedersi chi sarà stato il notaio talmente distratto da non accorgersi di tutte queste irregolarità. Il notaio in questo risponde al nome di Riccardo Scornajenghi, il quale (poverino!) pare che all’epoca dei fatti soffrisse di una grave forma di distrazione acuta e non si rendesse conto della truffa malcelata in atto ai danni di Ercole Barile.

Riccardo Scornajenghi
Riccardo Scornajenghi

Però pare che di tale sindrome in quello stesso periodo ne soffrissero anche i direttori delle banche interessate, dal momento che autorizzarono una vendita priva di qualsiasi autorizzazione oltre a quella più importante di Ercole, in qualità di socio al 50%.

In ogni caso, come mai un terreno adibito secondo piano regolatore a parcheggio auto, diventa di colpo edificabile? Lo abbiamo già spiegato in breve prima ma è meglio ritornarci.

Principe-e-Bernaudo-e1458746090528-600x270Il miracolo lo compie l’intrallazzo politico: infatti in quel periodo Mimmo era il candidato a sindaco per Forza Italia al Comune di Rende ma, improvvisamente, un bel pomeriggio ritira la sua candidatura a sindaco e per miracolo al mattino del giorno dopo si trova il parcheggio dell’Hotel Exsecutive trasformato in suolo edificabile, con un indice non elevatissimo, è vero, ma queste sono formalità e infatti il trio Mimmo Barile/Derango/Chiappetta, in barba ad un’autorizzazione ottenuta in un batter di ciglia, per costruire un edificio su tre livelli, ne realizzano invece sei, con una società denominata “La Elle srl”.

In seguito, sempre velocissimamente, chiedono ed ottengono in un lampo la bonifica del solo ultimo piano (perché condonare tutto costa troppo) e così facendo bloccano qualsiasi futuro provvedimento di demolizione. Con la complicità determinante di Sandro Principe e dei suoi scagnozzi.

Ercole Barile, esasperato, sporge denuncia nel solito Tribunale di Cosenza ed il giudizio finisce nelle mani del giudice Viteritti, che con solerzia liquida la faccenda senza entrare nel merito con la giustificazione che dal momento che Ercole è un semplice socio, non sta a lui tutelare gli interessi della società, cosa che deve fare l’amministratore…

Come dire che il ladro che entra in un appartamento non può essere denunciato dal proprietario ma deve autodenunciarsi per il furto, un assurdo!

Così Ercole decide di aggirare l’ostacolo e denuncia il fatto non più come socio ma come persona fisica ed il giudizio finisce questa volta nelle mani del giudice Greco (forse indirizzato dal solito supercancelliere Fernando Bruno), il quale nomina un tecnico ed a questo punto tutto si perde nelle nebbie del tribunale di Cosenza.

6 – (continua)