Lettere a Iacchite’: “Belvedere, Tirrenia Hospital: dalla padella (Tricarico) alla brace (Crispino)”

Gentile dott. Carchidi,
chi scrive è un gruppo dei lavoratori della Tirrenia Hospital, ex Clinica Tricarico, di Belvedere Marittimo. Consentiteci di rimanere anonimi visto che, per quello che vi staremo per raccontare, il rischio di pesantissime ritorsioni e quello di ritrovarsi in una situazione peggiore di quella che in cui siamo, è davvero dietro l’angolo.

Quello che sta succedendo in clinica da noi sembra un nuovo incubo ma non lo è. Perché noi lo stiamo vivendo ad occhi aperti e le nostre notti sono diventate insonni. Le notte di padri, madri, lavoratori, lavoratrici, uomini e donne. Accade che, nella nostra bistrattata Calabria, c’è chi ha intenzione ancora di fare azienda ed arricchirsi, sulle spalle e sulla pelle dei poveri lavoratori. Umiliati dalle azioni che sta conducendo nei nostri confronti il dott. Giorgio Crispino.
Dopo le note vicissitudini del passato, da luglio del 2019 l’azienda è stata fittata dal dott. Giorgio Crispino. Da luglio del 2019 si passa al febbraio del 2020. Tra una cosa e l’altra a livello burocratico è solo dal 1° febbraio 2020 che parte infatti la sua gestione. La clinica diventa “Tirrenia Hospital” e la sua sede legale non è più a Belvedere Marittimo, bensì a Mangone, centro nevralgico per il dott. Crispino che è già proprietario di altre 4 o 5 strutture in Calabria. Fin qui tutto bene. Ma non sapevamo che per noi stava per iniziare un incubo senza fine.

Per non essere tedianti, citiamo soltanto quello che è successo fin dai primi giorni della sua gestione. Tra pazienti trasferiti dal focolaio di Bocchigliero a Belvedere in piena prima ondata Covid-19, al fatto che si è continuato ad operare facendo passare per urgenza qualsiasi cosa mentre tutte le strutture sanitarie d’Italia private o pubbliche che fossero, erano ferme sugli interventi operatori programmati.

La nostra vicenda inizia da aprile in poi. Nonostante la clinica continui a fatturare senza alcun tipo di problema, i primi dipendenti vengono inseriti nel  Fondo Integrazione Salariale in maniera del tutto immotivata e senza alcuna logica organizzativa del personale. Tanto basta la motivazione “covid-19” come causale dell’inserimento nell’ammortizzatore sociale. I reparti continuano ad essere aperti e pieni di pazienti ma i dipendenti stanno a casa. Da allora il F.I.S. viene usato in maniera selvaggia fino a giugno, quando piano piano, forse consigliato da qualcuno, il dott. Crispino si rende conto che non può continuare a lasciare ad esempio il pronto soccorso sprovvisto di autisti durante il turno di notte. Succederà per i mesi di aprile, maggio e giugno.

Ad inizio estate il tentativo andato a vuoto di ridurre le ore sul contratto a 27 di noi tra fisioterapisti, impiegati d’ufficio, biologi ed autisti. Ma subito dopo, nella caldissima estate belvedere, sorge un nuovo problema. Quello di chi debba svolgere le notti. Il dott. Crispino infatti decide di riaprire il reparto di riabilitazione cardiovascolare. Peccato che ad oggi, le notti in questo reparto, vengano svolte da un archivista e dagli autisti. I quali non effettuano il loro turno di lavoro notturno in pronto soccorso così come dovrebbe essere, ma sono costretti ad assistere gli ammalati nel reparto di riabilitazione. Il risultato è che gli ammalati, se dovessero avere bisogno di un supporto durante la notte, vedrebbero vicino a loro un archivista o un’autista a seconda dei casi.

Poche settimane fa arriva un’ispezione dell’Inps arriva in clinica. Gli ispettori portano via un sacco di materiale ed interrogano dipendenti a campione. Non sappiamo il personale interrogato che tipo di risposte abbia dato agli ispettori. Sarebbe sicuramente però interessante che sapessero tante cose.

– Sarebbe quindi interessante far sapere all’Inps che ci sono 6 amministrativi e 5 fisioterapisti che sono a casa da maggio i quali da allora hanno ricevuto soltanto i pagamenti dei mesi di aprile e maggio dall’INPS e da allora non sanno come fare per vivere in quanto il Crispino non anticipa nulla. Non è mai stato illustrato nessun piano. Non è mai stato fatto un piano di rotazione che eviterebbe di subire conseguenze economiche solo a questi pochi dipendenti, trattati ormai come appestati dal dott. Crispino. Gli stessi non avrebbero motivo di rimanere a casa senza lavorare per due motivi. Il primo, come detto è che la clinica pullula di pazienti e di prestazioni. Ad iniziare dai tamponi per il covid-19. Al prezzo di 60,00 euro l’uno con file che sono a volte chilometriche ed incassi che sono da capogiro. La seconda è che, l’ammortizzatore sociale in questione, è previsto per quelle aziende in crisi come potrebbero essere quella turistica e quella della spettacolo. E non certo per una clinica privata!
– Sarebbe interessante quindi far sapere all’Inps che durante i mesi di aprile e maggio, dipendenti in malattia, sono stati posti arbitrariamente in F.I.S.. Cosa assolutamente vietata dalla legge visto che se si è già in malattia prima dell’inizio del periodo di F.I.S. a prevalere è la malattia piuttosto che l’ammortizzatore sociale.  Qualcuno sappiamo che si è già rivolto al tribunale.

– Sarebbe interessante far sapere all’Inps, come già detto, che il pronto soccorso h24 non ha avuto gli autisti durante i mesi di aprile, maggio e giugno. Che gli stessi autisti erano reperibili durante i periodi nei quali sono stati posti in F.I.S.. e che gli stessi hanno timbrato il cartellino pur essendo posti in F.I.S..
– Sarebbe interessante far sapere all’Inps che una infermiera libera professionista che lavora con la partita iva (B.L.) per avere il rinnovo, nonostante fosse una clausola con la quale il gruppo Crispino ha acquisito il fitto dell’azienda il mantenimento di tutti i dipendenti ed i liberi professionisti, ha dovuto accettare di lavorare circa 15 notti al mese nel reparto di chirurgia senza alcun surplus e senza alcun riconoscimento economico per questi turni massacranti. In questo modo vengono pagate meno indennità notturne agli infermieri. Tutto sulle spalle di questa povera crista.

– Sarebbe interessante far sapere all’Inps che il dott. Crispino non paga regolarmente le reperibilità che i vari infermieri, tecnici o medici svolgono durante il mese. Ma bensì ha deciso arbitrariamente di assegnare un rimborso forfettario di 180,00 qualsiasi esso sia il numero dei turni di reperibilità svolti. Quindi i sanitari, ad esempio, di emodinamica chiamati a salvare le vite e che quindi a volte sono costretti a fare tantissimi turni di reperibilità, non vengono pagati più a tariffa contrattuale (21,00 euro a turno per i non medici e 28,00 euro a turno per i medici). Ma bensì vengono pagati allo stesso modo di chi reperibilità magari ne fa 3 o 4 in un mese: 180,00 euro!!!

– Sarebbe interessante far sapere all’Inps che il dott. Crispino non consegna alcuna busta paga ma manda una mail con all’interno la busta paga allegata che quindi non si firma per ricevuta. E che lo stesso paga con assegni e non con bonifico gli stipendi e lo fa con quasi un mese di ritardo. Dal 10 del mese successivo come stabilito dal contratto sapete ad esempio quando ci è stato pagato agosto? Il 29 settembre!!! E sapere quando ci è stato pagato luglio? Il 26 agosto!!! Potremmo tornare così indietro nel tempo fin dall’inizio della sua gestione.
– Sarebbe interessante per l’Inps conoscere il fatto che, come detto, nel reparto di riabilitazione cardiovascolare oltre a svolgere le notti un archivista (C.B.) o un’autista a seconda dei casi, non vi è alcun medico in servizio ufficialmente. E sui turni che vengono spediti all’Asp risulta che vi prestino servizio in realtà due cardiologi (dott. F.B. e dott.ssa S.C.).

– Sarebbe interessante far sapere all’Inps che, nonostante il tribunale sia stato chiaro, il dott. Crispino non ci vuole riconoscere tutte le ferie arretrate della vecchia società. Millantando che le stesse debbano essere accollate alla curatela fallimentare. Il risultato è uno scontro tra le parti nel quale l’unico a rimetterci è il dipendente. Con una perdita economica non indifferente visto che stiamo parlando di migliaia di giorni di ferie complessivi, essendo circa 200 dipendenti.

– Sarebbe interessante che l’Inps controllasse la situazione contributiva di ognuno di noi. Ma sotto questo punto di vista, ed anche sotto il punto di vista delle ferie, ci sono già i sindacati che si stanno muovendo pesantemente e benissimo, checché se ne dica. A parecchi di noi mancano somme contributive nei loro estratti conto sul portale dell’Inps.

Speriamo che l’Inps legga queste cose e possa intervenire a dovere perché, come dicevamo all’inizio siamo dei padri, delle madri di famiglia. Onesti lavoratori e lavoratrici che per quest’azienda hanno davvero dato tutto. E’ stata come una pugnalata in pieno petto la gestione dell’azienda in questo modo. Dai Tricarico a Crispino siamo passati dalla padella in una brace che ci sta piano piano bruciando.

Noi vogliamo soltanto stare tranquilli e lavorare. Ma se questo signore non ce lo consentirà, l’alternativa sarebbe quella di ritrovarci presto o tardi in mezzo la strada. Ma prima di andarci a finire arriveremo anche in Parlamento. Avviseremo chiunque c’è da avvisare. Dal Giudice del Tribunale fallimentare, fino alla Regione.  Il nostro è un grido d’appello disperato e sappiamo già che l’unica cosa che ci potrebbe salvare da questo personaggio è che all’asta si presenti qualche altro imprenditore visto che per ora Crispino la clinica l’ha presa soltanto in fitto. Ci aiuti Lei. Faccia anche le verifiche del caso se lo ritiene opportuno. Ma le cose che le abbiamo scritto sono tutte verissime. Anche perché non avremmo nessun motivo altrimenti per denunciare la situazione. Ci aiuti a dare risalto anche mediatico alla nostra vicenda.

La ringraziamo per lo spazio che ci concederà.  Cordiali saluti e speriamo di risolvere la questione anche grazie al suo aiuto.

I dipendenti, stanchi, della Tirrenia Hospital