Lettere a Iacchite’: “Coronavirus, chi tutela gli operai di Alfagomma?”

Si è parlato tanto del call center di Abramo, vogliamo spendere un pensiero per gli operai che lavorano in Alfagomma negli stabilimenti di Figline Vegliaturo e Mangone? Una industria di tubi di alta pressione per macchine di movimento terra, che nonostante i nuovi decreti lavora comunque!! A me non sembra che siano beni di prima necessità ciò che producono!! I famosi controlli dove sono? Mi sembra di vivere nel nostro piccolo, ricatti industriali e strategie degli stessi imprenditori senza scrupoli di Bergamo!

Lettera firmata

Per completezza di informazione, pubblichiamo anche il comunicato stampa inviatoci dalla Cisl per la stessa problematica. 

COMUNICATO STAMPA

Dichiarazione congiunta del  Segretario Generale FEMCA Cisl Calabria Pompeo GRECO e  Segretario Generale UST CISL di Cosenza Giuseppe LAVIA

In seguito al recente incontro tra il Governo, Parti Sociali e Associazioni Datoriali che ha revisionato in maniera stringente l’elenco dei codici ATECO, relativo alle attività ammesse alla continuità produttiva, è emerso che l’azienda Alfagomma Hydraulic, con i due stabilimenti di Figline Vegliaturo e Mangone in provincia di Cosenza, non rientri nelle stesse. Ci risulta che l’azienda, per come definito dal D.P.C.M. abbia fatto richiesta di deroga al Prefetto di Cosenza.       

Le scriventi organizzazioni sindacali hanno di conseguenza chiesto con nota formale inviata al Prefetto di Cosenza di essere convocati, per come previsto dalla normativa, per la verifica dell’autocertificazione, che Alfagomma Hydraulic ha presentato per svolgimento di presunte attività funzionali ad assicurare la continuità di filiera essenziale. Pretenderemo che nell’incontro richiesto, ci venga certificato con atti incontrovertibili, la possibile continuità produttiva per questa presunta attività funzionale di filiera essenziale. Ci dispiace sottolineare, in un momento di così grave emergenza, questo atteggiamento incomprensibile da parte aziendale, per lo più senza aver fornito nessuna informativa ufficiale alle organizzazioni sindacali.

Circa 80 lavoratori dei suoi dipendenti lasciati in una terra di nessuno, senza nessuna certezza e garanzia di sostegno al reddito per questi giorni di forzata assenza, in quanto residenti nei comuni di Rogliano e di Santo Stefano di Rogliano, che nella recente ordinanza n. 16 del 22 marzo 2020 della Governatrice della Regione Calabria Jole Santelli, sono stati dichiarati “Zona Rossa”, per pericolo di diffusione del contagio da Covid-19.

Agli stessi è stato interdetto da parte aziendale l’ingresso in fabbrica in quanto potenziali fonte di contagio. Dispiace che tale atteggiamento scaturisca da un’azienda che in passato ha sempre condiviso relazioni sindacali costruttive e partecipate, anche quando si è trattato di sostenere gli esami congiunti per accedere agli strumenti necessari quali la cassa integrazione per sopperire a momenti contingenti di criticità produttive. Ci rammarica il fatto che in questa grave situazione di emergenza sanitaria internazionale, in cui sono stati messi in atto corposi strumenti di sostegno economico, anche alle attività produttive, non si è operato come hanno fatto tantissime aziende  nella direzione del loro utilizzo, almeno per il periodo necessario, per ridurre la possibilità di mettere a rischio la salute dei propri dipendenti. In un momento in cui oramai sembra purtroppo inarrestabile la diffusione del virus anche nella  zona industriale di Piano Lago dove sono ubicati gli stabilimenti aziendali.