Lettere a Iacchite’: “De Magistris e Tansi, una causa persa”

Ogni buon partigiano che resiste e lotta contro la ferocia dell’oppressore sa che, in ogni sua azione, prima di ogni altra cosa viene il bene supremo della “Causa”, che a volte vale più della vita stessa. In tanti nel corso della storia si sono immolati per la causa. Questo quando gli ideali per cui si lotta parlano di Libertà, Uguaglianza, Solidarietà. Valori fondamentali per l’umanità, per i quali vale la pena spendersi, e lottare fino all’ultimo respiro se serve. È questa la prima regola di ogni buon partigiano: giurare fedeltà alla causa. E non è solo un “sentimento” che si prova o vale in tempi di “guerriglia”, ma vale anche per chi oggi, ad esempio, sposa una causa politica come quella calabrese. E quella che sta per svolgersi in Calabria, alle prossime elezioni regionali, è una vera e propria battaglia tra il bene e il male, dove parteggiare per il bene è una causa giusta e nobile.

Ed è quello che devono capire i due pilastri della coalizione civica, De Magistris e Tansi, che hanno deciso di sposare la nostra causa, e porsi ad argine del male. Entrambi hanno il dovere di dimostrare, a chi ha deciso di seguirli nella lotta, che la loro fedeltà alla causa è al di sopra di tutto. Il bene della comunità unico obiettivo da raggiungere. E questo non può essere solo enunciato, ma dimostrato con i fatti: quello che abbiamo sentito e visto fino ad oggi non va certo in questa direzione.

Senza mettere in discussione la genuinità che anima entrambi, una cosa va detta: la necessità di non perdersi dietro a futili discussioni, che con il bene della collettività non hanno nulla a che fare, è diventata impellente. Troppe sono le chiacchiere che hanno agitato inutilmente la coalizione civica fino ad oggi, e questo ha confuso i tanti che vedono in questa alleanza una concreta possibilità di rivalsa del bene sul male. Sta qui la responsabilità del partigiano: creare consenso attorno alla causa, ma pare che entrambi lavorino per il contrario. Due primedonne che gareggiano a chi attira su di se più riflettori. È questa l’immagine che arriva a chi ha deciso di sposare la causa. Tutto questo deve finire se è vero che credete più degli altri alla causa.

E’ colpa di questo o di quello, non importa, quello che è importante è dimostrare, a partire da De Magistris e Tansi, che quella calabrese non è una causa persa. Perciò smettetela, con le vostre inutili beghe, di dare adito a mafiosi e corrotti di inventarsi storie e divisioni che giovano solo al male, e non certo alla nostra causa, e se non siete capaci di fare questo, ditelo che ancora siamo in tempo a sposare qualche altra causa.

Un vostro affezionato sostenitore