Lettere a Iacchite’: “Disservizi nelle biblioteche della città”

Salve,

negli ultimi mesi mi sono imbattuto in alcuni spiacevoli disservizi di cui sono protagoniste le biblioteche della città.
Io, come molte altre persone di questa città, svolgo lavori saltuari che, spesso, richiedono l’utilizzo di una connessione ad internet. Negli ultimi tempi sto collaborando con un’organizzazione che si occupa di turismo locale.
Uno dei miei limiti personali è quello di non riuscire a lavorare da casa. Penso che nell’attività lavorativa convergano una serie di fenomeni non strettamente vincolati alle attività per le quali si viene pagati.
Uscire di casa, trovare un bar presso il quale dare il buongiorno al mondo che ti circonda, stabilire una relazione con gli ambienti urbani che ‘ti portano a lavoro’, cambiare aria, innescare una dialettica sociale che ti permette di affermare che ogni nuovo giorno è diverso da quello precedente. Parlo, insomma, di un circuito che disinneschi il triste ‘offro il mio tempo e le mie risorse in cambio di un salario’.
Per tutti questi motivi ho cercato di trovare un ambiente che mi permettesse di svolgere le attività per le quali sono pagato ed al tempo stesso dove soddisfare le necessità accessorie all’attività lavorativa di cui ho parlato poco sopra. Purtroppo, però, le mie intenzioni si sono scontrate con la mancanza di strumenti basici, come ad esempio una connessione wireless, presso la Biblioteca Nazionale e quella Civica. 
Tutto ciò è molto triste; la Biblioteca, come le piazze, è un luogo di ritrovo e condivisione, un posto che in molti, se ci fossero delle condizioni minime di fruibilità, sceglierebbero come seconda casa. Un luogo dove, le persone come me che non vogliono cedere alla prospettiva di sedersi al tavolo di un bar e pagare una consumazione per connettersi alla rete, potrebbero svolgere le proprie attività liberamente.
Grazie,
Ettore De Franco