Lettere a Iacchite’: “Io sono vaccinata! Lo sciocco status symbol di una neuropsichiatra infantile”

“IO SONO VACCINATA “!  LO SCIOCCO STATUS SYMBOL DI UNA NEUROPSICHIATRA INFANTILE

Accade a Serra Spiga, la struttura della ASP di Cosenza deputata alla prevenzione, cura e riabilitazione da malattie che provocano gravi invalidità ad adulti e bambini. La struttura   si presenta con tanta incuria all’esterno. Immondizia accatastata e giardini incolti da anni, buche profonde sulla strada e una fermata di autobus, desolata quanto deserta, priva degli orari delle corse.

Nel corso di una visita di neuropsichiatria infantile attesa 19 giorni, che la dottoressa voleva spostare al pomeriggio con una telefonata fatta 45 minuti prima della visita – quando praticamente eravamo già dentro l’ambulatorio – si presenta con mezz’ora di ritardo.

Passi il ritardo, di cui non ritiene debba scusarsi.

Tratta con sufficienza sia me che il mio bambino di tre anni senza mai guardare in faccia né me né lui. Mi fa accomodare su una sedia a tre metri di distanza dalla sua scrivania, io munito di mascherina chirurgica, lei di una FFP2, più filtrante e protettiva (e mi pare giusto considerato il lavoro che fa). Il bambino non stava fermo, ovviamente perché questo è parte del suo problema, lei voleva che lo contenessi in quanto, si è spiegata, agente contaminante e potenzialmente infettivo per Covid 19. Lancia una frase aggressiva e offensiva alla sua direzione: “Ma che educazione ti insegnano a casa?”.

Nel mentre compila a capo chino, una cartella facendo burocraticamente qualche domanda il bambino mi fa cadere un lembo della mascherina che subito rimetto a posto, lei di questo se ne accorge, e mi fa notare che la mia mascherina non è FFP2. “E allora ?” , rispondo, “ anche lei potrebbe contaminarci con il Covid !“. A me pareva che avendo la prescritta mascherina per l’ingresso nella struttura e per distanza fisica oltre che per quella umana (una neuropsichiatra infantile che non tenta nessun approccio iniziale con il bambino) non si ponesse il problema del contagio. Di tutta risposta lei dice “IO SONO VACCINATA!” sottolineando cosi la distanza tra chi non fa parte di quella elite dei vaccinati a cui evidentemente lei ritiene essere ascritta e altri “peones” che invece hanno la sfortuna di doverla incontrare sperando nel suo aiuto di medico per soluzione dei problemi dei loro bambini. Non mi è sembrata una visita né una professionista seria.  Se quel giorno di mattina aveva altri impegni (di qui il tentativo di rinviare la visita al pomeriggio) bastava dirlo senza assumere questo atteggiamento ostile nei confronti del bambino e dei genitori, che, per il semplice fatto che si trovano proprio in quel posto, hanno già di per sé dei problemi. A quel punto ho preso mio figlio e sono andato via “benedicendo” questo tipo di medici arroganti e supponenti che alla ASP di Cosenza non mancano mai.

Lettera firmata