Lettere a Iacchite’: “Porto di Diamante, ma cosa aspettano ancora magistratura e M5s per fare pulizia?”

Gentile redazione di Iacchite’,

vi scrivo riguardo al disastro ambientale del porto di Diamante. Innanzitutto non può essere sottaciuto che di tale gravissimo ed ennesimo danno al popolo calabrese, siete gli unici che, ciclicamente, ne evidenziate sulle vostre pagine la nefandezza, senza ottenere nessun interesse da parte dei politici calabresi.

Credo che tutto il popolo calabrese debba ribellarsi e pretendere GIUSTIZIA (questa sconosciuta). Mi chiedo: dopo le svariate denunce di Francesco Cirillo e del Movimento Popolare diamantese, cosa aspetta la magistratura ad intervenire pesantemente, atteso che il reato perpetrato ai danni degli abitanti di un’intera e ampia fascia costiera, non solo Diamante, è gravissimo?

Si tratta di uno scempio ambientale e paesaggistico senza precedenti. La cosa più grave è che si conoscono i nomi degli imprenditori e dei politici coinvolti e responsabili del disastro e a tutt’oggi nessuno ha chiesto loro il conto. Non si tratta di moralismo o giustizialismo: è stato compiuto un reato gravissimo ed è sotto gli occhi di tutti, si conoscono i nomi dei responsabili e non si interviene. E i cittadini di Diamante assistono alla decadenza del loro territorio e del tratto di mare interessato. Solo il mare, un giorno si riprenderà ciò che è suo, peccato che i tempi siano troppo lunghi e non consentirà a noi di assistere alla sua implacabile vendetta. I sacerdoti del tempio si sono stracciati le vesti, gridando allo scandalo per il servizio RAI sulle navi dei veleni, durante il Giro d’Italia. Il governatore Oliverio, il consigliere Aieta, don Magorno e il consigliere provinciale Di Natale hanno denunciato l’episodio al direttore della RAI ed alla magistratura. Dopo un’indagine discutibile da parte del Ministero dell’Ambiente, è stato stabilito che la nave che giace sui fondali al largo di Cetraro, non è la Cunski. In mancanza di elementi e strumenti per fare le dovute verifiche, che possano provare il contrario, noi comuni cittadini non abbiamo la possibilità di replica.Abbiamo un elemento certo, però: la nave Jolly Rosso. Come tutti i calabresi sanno, la Jolly Rosso si è arenata sul bagnasciuga di Amantea con lo scafo danneggiato da diverse falle. Gli squarci sulla chiglia non possono essere negati. Secondo la versione ufficiale, la nave subì una falla all’interno della sua stiva a causa del maltempo che sganciò un piccolo elevatore. L’ipotesi di molti giornali, tra cui l’Espresso, è che le falle siano state procurate da un’esplosione dall’interno della nave: perché? Oliverio, Aieta, Magorno e Di Natale possono, cortesemente, spiegarci che ci faceva la Jolly Rosso sull’arenile di Amantea con diversi squarci sullo scafo? Come mai in tutti questi anni non sono intervenuti, con la stessa solerzia nel fare comunicati e denunce contro la Rai, presso le autorità competenti e chiedere spiegazioni? E del porto e dello stupro che la bellissima Diamante ha subito non ne vogliono parlare.

Il diktat deve essere arrivato con largo anticipo anche in RAI, nonostante le riprese televisive abbiano interessato tutto il tratto costiero intorno a Diamante, lo scempio del porto è stato opportunamente evitato. Morra, Misiti e Orrico, premiati con una valanga di voti a cinquestelle, sollecitino il Governo ad intervenire per risolvere definitivamente il problema, punire i responsabili e, soprattutto, ripristinare l’antico splendore dei luoghi.

Lettera firmata