Lettere a Iacchite’: “Rende, la foto della mazzetta di Manna è lo specchio della deriva della Calabria”

Questa foto fa riflettere.
È chiaro che si tratta di un fotogramma ripreso da una microcamera piazzata su un mobile o fissata al muro.
Fa riflettere il favore di telecamera dei due individui.
Fa riflettere l’imbarazzo dell’istante tra i due. Uno (quello che riceve i soldi) è un giudice, all’epoca presidente di una sezione della Corte d’Appello di Catanzaro. L’altro (quello che gli passa la mazzetta) è un avvocato penalista che si vanta di essere “spregiudicato”, sindaco di Rende e persino con incarichi istituzionali all’Anci e nelle Autorità regionali di acqua e rifiuti.
Però le riflessioni più sostanziose credo siano quelle della gente comune che le osserva.
Chi più tranchant chi meno.

Però è evidente che l’atto mostrato alla microcamera è un superamento della legge, uno scavalco, nella presunta zona confort delle quattro mura dell’ufficio del giudice.
Certo, poi quando si definirà in Tribunale le difese dei due tenteranno di minimizzare, di dire che uno allungava all’altro una busta che già stava sulla scrivania e che non è vero che uno si sia venduto all’altro, sta nei ruoli delle parti. E nonostante questo, sono stati condannati entrambi e non era neanche tanto scontato…
Ma se qualcuno ha piazzato quella microcamera in quella stanza, ad inquadrare proprio quella scrivania, probabilmente è perché in precedenza era già capitato qualcos’altro che imponeva di verificare.
Dunque non è un caso fortuito di un gioco d’azzardo finito per indovinare il momento giusto, è qualcosa di diverso.

La conclusione è triste e scontata ma affonda le radici della sua certezza nella realtà quotidiana della nostra regione: in Calabria vige un potere criminale che ormai ha al suo servizio funzionari e capi ufficio, capi struttura e membri dei municipi, uomini delle forze dell’ordine e i loro superiori e naturalmente anche magistrati.

A volte questi grumi di potere sporco ed infetto si coagulano in logge, a volte in Rotary, a volte in Atenei, a volte avvocati e giudici sono esponenti stabili e funzionali delle consorterie ma non propriamente esponenti della criminalità, altre volte medici avvocati e altri professionisti sono proprio rampolli delle famiglie, la Calabria meravigliosa o straordinaria della quale ciarlano i politici massomafiosi fino al buco del culo in realtà è una gigantesca lavatrice meravigliosa, ancora pochi anni e i criminali non saranno più distinguibili dalla gente perbene, tranne che pe ‘a pizzintía… Povera Calabria nostra!

Lettera firmata