Lettere a Iacchite’: “Call center, ecco la nuova strategia per sfruttarci meglio”

Lavoro da due anni nel settore dei call center, per me è la prima esperienza lavorativa. Una situazione di passaggio, non mi vedo tutta la vita con le cuffie ad ascoltare le richieste più strane, tra mille insulti. Negli ultimi periodi se ne vedono di tutti i colori, siamo precari nel precariato, in una giungla di contratti atipici.

Il settore dei call center ormai è divenuto famoso a tutti: da chi viene disturbato dalle chiamate outbound per finire ai testi universitari, che parlano di contratto a progetto senza progetto. Molti non sanno che dietro a quelle chiamate che arrivano ci sono ragazzi (la maggior parte laureati) che lavorano non per uno “stipendio” ma per una “paghetta”.

L’azienda in cui lavoro, per spremere quanto più possibile le risorse, ha spolverato una nuova strategia, con la complicità di una legislazione assente. Utilizzare i lavoratori a tempo determinato per 36 mesi, poi farli assumere da un’agenzia interinale, ma solo a seguito della firma di una conciliazione in cui si rinuncia agli scatti di anzianità, in cambio di una cifra forfettaria.

Tutto questo tra rinnovi di 3/4 mesi e poi stop a seguito di 5 rinnovi consecutivi, in cui si sa quando si esce dall’azienda ma non si sa quando si ritorna. Le ferie di conseguenza sono un optional, in quanto non si ha la possibilità di accumularle.

Durante il periodo estivo i tempi determinati vengono usati come tappabuchi, per coprire i lavoratori a tempo indeterminato che sono in ferie.

Questo è un riassunto di quello che succede, per me è solo un passaggio, per altri una speranza di vita. Tutti sperano in un “indeterminato” che non arriverà mai, anche se le varie leggi di stabilità ogni anno puntualmente presentano degli incentivi per le assunzioni nel meridione.

Seppur un lavoro provvisorio per molti, anche noi abbiamo diritto non dico ad una “stabilità”, ma ad organizzarci un minimo la vita, in quanto alla scadenza del contratto non sappiamo di che morte moriremo. Abbiamo diritto ad una dignità che ci viene negata, in quanto nessuno ci darà mai in queste condizioni accesso al credito, di conseguenza ci sentiamo parcheggiati, costretti a pagare affitti e non a poterci fare un mutuo, a sperare che la macchina non si rompa, perché con il nostro stipendio non possiamo permetterci un imprevisto. Sì, c’è il sussidio di disoccupazione, ma anche quello è precario…

Lettera firmata