Lettere a Iacchite’: “Incarichi al Tribunale: se non conosci il magistrato non lavori”

Maria Luisa Mingrone, presidente del Tribunale di Cosenza

Egregio direttore,

lei si è spesso occupato di denunciare la turpe pratica degli affidamenti diretti e dei cottimi fiduciari espletati dall’amministrazione pubblica e affidati sempre a ditte amiche o agli amici degli amici, senza mai però dare una occhiata al CTU del Tribunale di Cosenza. Che a confronto di quello che avviene al Comune, è acqua fresca. Per CTU si intende il  “Consulente Tecnico d’Ufficio”, un perito, un professionista, o un esperto nominato dal giudice che agisce come consulente dello stesso nella celebrazione del processo.

Quasi tutti i processi, specie quelli di un certo spessore, necessitano di questa figura che dovrebbe essere nominata in base a criteri di trasparenza e rotazione, ed invece a Cosenza lavorano sempre gli stessi. O meglio, vengono chiamati quasi sempre gli stessi professionisti. Dietro a questi incarichi girano un sacco di soldi. Le consulenze costano e anche tanto. Ebbene, nonostante risulto iscritta alla lista del CTU dal 2013 come ingegnere informatico, non ho mai ricevuto un solo incarico. Mai, neanche per sbaglio. In quasi 5 anni mai una sola nomina. Eppure ci sono miei colleghi che di incarichi ne confezionano almeno 7 o 8 all’anno. Tant’è che alcuni, vista la mole di lavoro, subappaltano ad altri parte dell’attività.

Così oggi ho deciso di recarmi in Tribunale per capire da cosa dipende la mia esclusione dagli incarichi. Arrivata in cancelleria, e dopo aver esposto il problema, uno degli impiegati mi ha detto così: ingegnè amici n’aviti? Si canusciti ancunu giudici lavorate, altrimenti pagate la tassa d’iscrizione (300 euro) al CTU a vuoto. Il problema, dunque, è che non ho Santi in paradiso.

Giuro che mi sono sentita cadere il mondo addosso a sentire le parole dell’impiegato, dette così chiaramente quasi fosse normale una gestione clientelare e illegale del sistema consulenze in Tribunale. Oggi ho capito che molte delle cose che raccontate sul Tribunale di Cosenza sono amaramente vere, e che dove ti giri giri, anche nei luoghi dove non te lo aspetti come il Tribunale, è tutto un magna magna.

Lettera firmata