Lettere a Iacchite’: “Rende, ma i consiglieri sanno chi è il super dirigente Infantino?”

Antonio Infantino

Era il 2018 quando il Comune di Rende aveva affidato incarico dirigenziale quale responsabile dell’Unità di progetto Risanamento finanziario ed incarico ad interim del settore di Ragioneria al dottore Antonio Infantino. Che era stato anche incaricato di dirigere tutti i settori amministrativi comunali. Poi, Infantino se n’era ritornato a casa, in Sicilia, ma adesso – a furor di… mazzette – è ritornato in sella grazie ad un vergognoso concorso pilotato (https://www.iacchite.blog/rende-missione-compiuta-infantino-torna-a-casa-grazie-al-concorso-truccato/) e dietro a tutto quello che sta accadendo a Rende c’è la sua longa manus, come tutti sanno, anche quelli che fanno di tutto per… non disturbarlo… E a noi non resta altro che ricordare chi è.

Con sentenze n. 34/2010 e n. 298/2013, la Corte dei Conti della Basilicata lo ha condannato al pagamento per danno nei confronti del Comune di Melfi di una somma che lo stesso Infantino si era liquidato in quanto responsabile all’epoca dei settore tributi dello stesso comune. In estrema sintesi, oggi il dottore Infantino occupa un posto dirigenziale negli stessi servizi per i quali, operando illegittimamente, ha prodotto danno erariale presso una pubblica amministrazione.

La Direzione Centrale del Ministero dell’Interno con parere del 16 novembre 2002, aveva già valutato come legittimo ed opportuno il trasferimento ad altro servizio di un dipendente condannato per aver “abusato” del ruolo svolto ratione uffici procurandosi entrate personali non dovute. Numerosi sono i casi di trasferimento del personale che sia stato condannato finalizzati ad evitare il ripetersi di situazioni che possano dar luogo ad abusi d’ufficio o danni per le amministrazioni di appartenenza. Anche le più recenti normative in materia di trasparenza ed anticorruzione esaltano il principio della rotazione degli incarichi di responsabilità al fine di evitare che in settori cd “sensibili” (quale è soprattutto quello contabile- finanziario) possano crearsi posizioni di rendita che favoriscano fenomeni corruttivi.

Nel caso in esame si è proceduto come se tale normativa non esistesse.

Si è scelto il dipendente di una amministrazione esterna che normalmente per la condanna subita dovrebbe essere utilizzato in settori e ruoli che non comportano la gestione di denaro pubblico a dirigere il servizio finanziario e non solo. La domanda che ci si pone è se l’amministrazione, ed in primis il sindaco che lo ha nominato, non fossero a conoscenza di tale condanna. Anche il responsabile della prevenzione della corruzione è all’oscuro di tutto?

Pur sapendo che una condanna con sentenza definitiva per aver intascato soldi pubblici non dovuti non sia incompatibile con la nomina a dirigente di ente locale, ci si chiede se sia lecito, trasparente ed opportuno tale comportamento.

Affidare per un’intera consiliatura le finanze dell’ente e la gestione della gran parte dei servizi a persona già condannata contrasta con i principi di buon andamento e trasparenza dell’attività amministrativa ai quali l’apparato amministrativo italiano si ispira.

Illustre direttore, dunque questo super dirigente nonostante sia stato condannato con sentenza definitiva continua a fare il suo comodo senza che lo stesso di questa sentenza ne facesse menzione all’interno del suo curriculum vitae proprio per non contaminare la sua ulteriore nomina a dirigente del Comune di Rende forse con la complicità di qualche suo amico connivente. Lei, del resto, si è già occupato di questo personaggio (https://www.iacchite.blog/rende-divino-infantino-uno-e-trino/).

La domanda che noi tutti ci stiamo ponendo ed a cui vorremmo avere risposta è se non ci siano condizioni di incompatibilità, opportunità e anche di etica e di morale a poter svolgere un tale delicato ruolo anche in virtù del fatto che allo stesso in questi ultimi anni sono stati affidati svariati settori delicati da dirigere.

La informo inoltre che ho anche inviato una mail a tutti i consiglieri comunali dico tutti i quali ad oggi sulla vicenda non hanno profferito parola!

Ho bisogno della sua autorevolissima voce per avviare accertamenti sul caso: non se ne può più mi creda.

Lettera firmata