L’Italia sceglie il vaccino meno caro, ma la produzione non soddisfa la richiesta

Uno dei tanti “misteri” che ruotano attorno a questa sempre più assurda pandemia è il costo dei vaccini. Stilare un “listino prezzi” dei tanti vaccini in commercio è molto difficile: le case farmaceutiche hanno imposto un forte “omissis” sui costi del preparato, e questo solo per tenere nascosto l’enorme profitto che le multinazionali del farmaco si apprestano ad incassare. Ma qualcosa è trapelata: verso la metà di dicembre del 2020 l’europarlamentare belga Eva De Bleeker, attraverso un tweet (pubblicato per errore e subito cancellato) ha reso pubblici i prezzi delle singole dosi, coperti da segreto. Una notizia che non è sfuggita al giornale fiammingo Het Laastste Nieuws che ha reso pubblico, attraverso uno screenshot, il contenuto del tweet cancellato, dal quale risulta che una dose del vaccino di AstraZeneca costa 1,78 euro, seguita da Johnson & Johnson (6,92 dollari), Sanofi-Gsk (7,56 euro), Curevac (10 euro), Pfizer-Biontech (12 euro) e Moderna (18 dollari). Dati, ovviamente, mai confermati dalle multinazionali del farmaco, ma che per Peter Liese, eurodeputato tedesco del Cdu e responsabile per la salute del gruppo dei Popolari europei, risultano molto realistici.

Esiste anche un’altra stima del costo per dose dei vaccini, ed è quella proposta dall’azienda di analisi medica Airfinity in collaborazione con Statista, che ha ipotizzato per la cura di AstraZeneca un prezzo di circa 3,20 euro a dose. Seguono lo Sputnik russo (4,10 euro), Johnson & Johnson (8,10 dollari), Pfizer-Biontech (circa 15,5 euro) e Moderna, che oscilla tra 20 e 30 euro.

Ora, alla luce di ciò la domanda che da profani ci poniamo è questa: perché l’Italia non ha ancora acquistato il numero di dosi necessarie per vaccinare tutti gli italiani? A fare i conti della massaia la cifra da investire risulta veramente ridicola. Moltiplicando il costo di una dose (al massimo del prezzo 3,20 euro) del vaccino prodotto da AstaZeneca, per 60.000.000 di italiani, la cifra che viene fuori è questa: 192.000.000 euro. Spiccioli per uno stato come l’Italia. Eppure in Calabria come nel resto d’Italia mancano i vaccini.

Una delle scuse usate dal governo per giustificare la mancanza di vaccini, è quella legata ai tempi di produzione del farmaco. Già, perché l’Italia a differenza dell’Olanda – che si è rivolta a tutti i produttori di vaccini per arrivare alla fornitura completa di oltre 33milioni di dosi – ha stretto contratti di fornitura solo con AstraZeneca, la cui produzione, a differenza delle altre case farmaceutiche, procede a rilento. “Per quanto riguarda l’Italia –dicono i vertici della società anglo/finlandese – abbiamo l’obiettivo di superare i 5 milioni di dosi per la fine di marzo”. Lo capisce anche un bambino che se questo è il ritmo di produzione di AstraZeneca ci vorrà oltre un anno per arrivare alla copertura completa della popolazione italiana.

Verrebbe da dire che l’Italia ha acquistato il vaccino meno caro sul mercato, e sta tutto qui il problema. C’è da dire che AstraZeneca ha annunciato l’apertura di un altro centro di produzione oltre i tre già attivi. Ma questo non ha cambiato nulla in termini di aumento della fornitura per l’Italia.  Ad esempio la società Moderna ha annunciato una produzione per l’anno in corso di oltre un miliardo di dosi al costo di 20/30 euro. Mentre la casa farmaceutica Pfizer annuncia una produzione pari a due miliardi di dosi per l’anno 2021 al costo di 12/15 euro a dose.

È evidente a tutti la differenza di prezzo tra AstraZeneca e gli altri vaccini, una differenza abissale giustificata, sempre a dire del governo, dai metodi di produzione e conservazione del vaccino. Il vaccino prodotto da AstraZeneca si può conservare in un “normale frigorifero di casa”, mentre gli altri vanno conservati a meno 70 gradi.

Insomma pare che il governo italiano abbia scelto la strada del risparmio per la vaccinazione di massa, riservando l’acquisto degli altri vaccini per i pochi eletti.

Basterebbe investire un miliardo di euro per avere la quantità giusta di dosi per vaccinare tutti gli italiani in tempi brevi, ma un conto è spendere 192milioni di euro, per un vaccino che costa meno di 3 euro, un altro è spendere oltre un miliardo di euro comprando vaccini che costano in media 22 euro a dose. Perciò il governo ha deciso di risparmiare. Se si fosse trattato di spenderli in cazzate e bustarelle per politici e massomafiosi non ci sarebbero stati problemi, ma spenderli per la popolazione è troppo.

A questo punto una domanda sorge spontanea: a chi giova allungare i tempi di questa maledetta pandemia?