M5S, errori anche a Rende? (di Matteo Olivieri)

M5S, errori anche a Rende?
di Matteo Olivieri
Mentre a livello nazionale è iniziato un dibattito pubblico sugli errori che hanno portato alla sonora sconfitta del M5S, a livello locale calabrese tale dibattito stenta a decollare. Addirittura, chi come me ha provato ad dare una lettura oggettiva del risultato delle elezioni amministrative di Rende, è stato pesantemente contestato e portato sul banco degli imputati. Chi e perché non vuole che qui da noi non si affronti a viso scoperto e serenamente il risultato elettorale?
Ricordo a tutti le parole di Alessandro Di Battista, il quale subito dopo il voto ha affermato: «ai miei ex-colleghi, eterni fratelli di mille battaglie dico alcune cose. La prima è che chi è in difficoltà va sempre sostenuto. Va sostenuto dicendogli in faccia cosa non è andato bene e proponendo idee e cambiamenti.» E Luigi Di Maio, mai sottrattosi a mettere la faccia per il M5S nel momento del bisogno, ha chiesto per domani di «mettere al voto degli iscritti su Rousseau il mio ruolo di capo politico, perché è giusto che siate voi ad esprimervi. Gli unici a cui devo rendere conto del mio operato».
A Rende, dove nella stessa giornata si sono tenute le elezioni europee e amministrative, il M5S ha ricevuto risultati assai contrastanti ma nessuno sembra intenzionato a dare conto del proprio operato: così, a fronte del successo travolgente ottenuto nelle elezioni europee dall’on. Laura Ferrara, che a Rende ha raccolto circa 1.724 preferenze, e della lista M5S che di voti ne ha ottenuti 6.392 (30.86%), alle elezioni amministrative la lista del M5S di voti ne ha raccolti appena 829 (3,61% dei voti) tanto da determinare la perdita del seggio di opposizione finora detenuto nel consiglio comunale. A questi vanno aggiunti i 264 voti di preferenza dei candidati consiglieri, per un totale di 1.093 voti. Insomma, una cocente delusione rispetto a 5 anni fa, nonostante il lavoro svolto in Consiglio comunale e supportato negli anni da tanti attivisti. Chi a Rende ha votato M5S, ha votato il simbolo, non le persone. C’è molto da riflettere su questo punto.
Ma saranno altri a dover dare spiegazioni convincenti su tutto ciò. Né ci si può trastullare con l’idea che 9 candidati a sindaco e oltre 500 candidati consiglieri abbiano determinato la naturale frammentazione del voto. Questo risultato era evitabile. Su 31 mila aventi diritto al voto, i votanti effettivi sono stati 22.502. Circa 10 mila elettori non sono andati a votare e, pur non conoscendone i reali motivi, è facile immaginare che in molti non si siano riconosciuti in alcuno schieramento. Troppo simili erano i programmi elettorali? C’è stata poca incisività in chi avrebbe dovuto rappresentare la vera “spina nel fianco” dell’amministrazione uscente? Si aggiunga poi che i due candidati a sindaco che andranno al ballottaggio hanno preso rispettivamente 6.870 voti e 5.784 voti, un numero facilmente raggiungibile con una lista credibile ed agguerrita, se si considera che il primo era supportato da sei liste, il secondo da cinque.
Molti attivisti hanno votato il simbolo perché ne condividono gli ideali; tanti altri invece non lo hanno votato affatto, probabilmente per dare un segnale di non condivisione dei metodi praticati. Sono del parere che impegno, energie, passione, entusiasmo degli attivisti – se gestiti diversamente – avrebbero consentito ben altri risultati. Almeno questi erano gli intendimenti iniziali ma poi qualcosa è andato storto. Questo è il momento della coesione, non della divisione. Tuttavia, “coesione” significa che ognuno possa portare il proprio contributo di analisi oggettive, senza rischiare di essere aggredito da chi dice in faccia cosa non è andato. Non colpevolizzare, non assolvere, ma cercare di capire per evitare di continuare a sbagliare.
Lo si deve agli elettori, che – soprattutto in questa terra – hanno continuato a dare fiducia al M5S nonostante tutto. Questo è il metodo che io conosco e suggerisco per far crescere il Movimento, e che altri vorrebbero invece lacerare e affossare.
Nel mio caso specifico, sono stato eliminato dai canali ufficiali di messaggistica online del M5S senza alcuna spiegazione. Chi e perché ha deciso questo? Qualcuno sta tradendo lo spirito originario del movimento, che fin dagli albori è stato democratico e paritario? Qualcuno evidentemente poco avvezzo alle critiche ed alla normale dialettica politica ha finito per trasformare il movimento in una struttura opaca e verticistica, più simile ai metodi da vecchia politica che rispondenti ad una reale istanza di cambiamento. Nel corso della campagna elettorale rendese, gli attivisti hanno addirittura appreso dell’esistenza di incontri ristretti, di informazioni volutamente lacunose date in ritardo, di chat parallele, e altri “mezzucci” che non rendono onore a chi auspica una Politica alta, fatta al servizio del bene comune.
Per questo motivo, molti generosi attivisti hanno preso le distanze da questi metodi ed hanno rifiutato di entrare in lista dove alla fine comparivano persone dell’ultima ora, che nessuno conosceva e che perciò non hanno preso nemmeno i voti degli attivisti. Figurarsi quindi quello degli elettori rendesi, che hanno punito l’intero M5S, da cui evidentemente aspettavano ben altro.