Massomafia, torna libero Gianluca Callipo

Annullata l’ordinanza di misura cautelare disposta lo scorso dicembre a carico dell’ex sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo coinvolto nel maxi-blitz Rinascita Scott. È accusato di concorso esterno e abuso d’ufficio aggravato dalle modalità mafiose.

A disporre l’annullamento è stata la Corte di Cassazione. La sesta sezione penale ha infatti accolto il ricorso proposto dagli avvocati Armando Veneto, Clara Veneto, Francesco Gambardella e Domenico Trungadi. Analoga decisione (annullamento ordinanza) anche nei confronti di Maurizio Fiumara e di Antonio Scrugli (avvocato Giovanni Vecchio), anche loro coinvolti nel maxi-blitz dello scorso 19 dicembre che ha disarticolato le cosche del vibonese e scoperto i legami tra ‘ndrangheta, politica, massoneria deviata e istituzioni.

Nella duplice veste di imprenditore alberghiero e sindaco, secondo l’accusa della Dda di Catanzaro, Callipo avrebbe fornito “uno stabile contributo alla vita dell’associazione mafiosa”. Sarebbe quindi stato “in diretto contatto con i vertici delle due organizzazioni criminale operanti a Pizzo e a San Gregorio d’Ippona ponendosi quale riferimento per il sodalizio nella risoluzione di problematiche inerenti alla propria funzione di sindaco”. In tal modo, avrebbe promosso, “gli interessi dell’organizzazione e favorito anche nell’adozione o meno di specifici provvedimenti, personaggi intranei o vicini al sodalizio criminale, comunque garantendo, in caso di necessità, il suo appoggio all’organizzazione, omettendo i dovuti controlli sulle attività di interesse delle consorterie”.

I suoi legali avevano già presentato una memoria scritta di circa 70 pagine con una serie di documenti a discolpa del loro assistito, recluso nel carcere di Cosenza da quasi sette mesi. Un dossier che attesterebbe l’assoluta estraneità alle accuse mosse dalla Dda nei confronti di Gianluca Callipo, che in qualità di sindaco avrebbe agito nel più rigoroso rispetto della legge nell’interesse della collettività e non certamente – come sostiene il teorema accusatorio – per agevolare le ‘ndrine presenti sul territorio napitino.