Mattia Preti, una mostra per celebrare il IV centenario della sua nascita

Una mostra dedicata al famoso “Cavalier Calabrese” Mattia Preti, nel IV centenario della sua nascita. Capolavori che ne ripercorrono le tappe della sua straordinaria carriera artistica, verranno esposti e saranno visibili al pubblico, grazie ai prestiti di alcune prestigiose istituzioni come il Musee de Beaux-Arts di Carcassone, gli Uffizi, palazzo Barberini, la Galleria nazionale di Cosenza, la Pinacoteca di Brera e collezioni private non solo italiane, ma anche londinesi e svizzere. La mostra presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Corsini, intitolata “Mattia Preti: un giovane nella Roma dopo Caravaggio” rimarrà aperta dal 28 ottobre fino al 18 gennaio dell’anno prossimo e si svolge, in contemporanea, ad altre esposizioni dedicate a Mattia Preti che si tengono a Crotone e Reggio Calabria.

L’iniziativa, organizzata dai segretariati regionali del Mibact della Calabria e del Lazio, con il finanziamento della Regione Calabria, è stata presentata oggi a Roma e ha visto la partecipazione del noto critico d’arte Vittorio Sgarbi.

La mostra, vuole approfondire un particolare aspetto della vicenda artistica del pittore, fra i maggiori esponenti dell’arte italiana del Seicento: la sua formazione nella Roma papale dopo la morte di Caravaggio. Attraverso ventidue opere vengono ripercorse le prime tappe della sua carriera, dall’arrivo a Roma fino al 1649, anno della commissione dello stendardo giubilare di San Martino al Cimino che prelude alla sua piena affermazione pubblica e alle grandi decorazioni dei primi anni Cinquanta del Seicento.

Fra le opere esposte, anche importanti inediti e produzioni giovanili dell’artista, non solo riguardanti le committenze private ma anche le prime affermazioni pubbliche: dal Soldato del Museo Civico di Rende, al Sinite Parvulos e al Tributo della moneta di Brera, per la prima volta messi a confronto con il Tributo della Galleria Corsini, la Negazione di Pietro di Carcassonne, la Fuga da Troia di Palazzo Barberini, il Salomone sacrifica agli idoli e la Morte di Catone, ma anche il Miracolo di San Pantaleo, che fu probabilmente la sua prima committenza pubblica romana.

Non manca neanche il riferimento al suo complesso rapporto con il fratello Gregorio, anche lui pittore, cui viene dedicata una sezione della mostra. Con il fratello, infatti, Mattia Preti collaborò direttamente, come nel caso della Madonna della Purità della Chiesa Monumentale di San Domenico di Taverna.

Nonostante quella di Mattia Preti è una tinta un pò grigia e malinconica come quella d’Andrea del Sarto, la sua vita fu avventurosa e piena d’opere. Egli viaggiò molto, uccise in duello tanti uomini, ma ciò non gl’impedì di essere nominato Cavaliere di Malta e commendatore di Siracusa.

E le opere in mostra lo rappresentano in pieno, non vi è solo quell’aspetto “tenebroso” e drammatico, ma ritroviamo significati metaforici, come richiedevano i tempi. Egli si colloca nel Barocco mondiale, che indica, per alcuni critici, una perla non perfetta nella forma e, per altri, un ragionamento complicato.

Tutta la sua possente individualità artistica si potrà scorgere nella mostra sia dagli esperti del settore, sia da chiunque volesse scoprire e riscoprire un artista Calabrese di grande fame, quale fu Mattia Preti.

V.M.