Prendevano i soldi e li portavano in Svizzera. Con questa accusa è finito ai domiciliari il presidente del Catanzaro Calcio, Giuseppe Cosentino, assieme ad altre tre persone tra cui la figlia Ambra. Per altri quattro indagati, invece, è stato disposto l’obbligo di dimora.
Il blitz della Guardia di Finanza è scattato stamattina al termine di una complessa indagine coordinata dal procuratore della Repubblica di Palmi Ottavio Sferlazza (denominata “Money Gate” ovvero uscita soldi) che agli indagati ha contestato i reati di associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata alla commissione di reati di natura fiscale, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e appropriazione indebita di ingenti somme di denaro in danno di una società operante nel settore dell’import/export.
In sostanza, Cosentino sarebbe riuscito a trasferire diversi milioni di euro in Svizzera. Al centro dell’inchiesta c’è la società Gicos (legata a doppio filo al Catanzaro Calcio come main sponsor) che ha sede a Cinquefrondi, nella piana di Gioia Tauro. Gli uomini del generale Alessandro Barbera e del colonnello Agostino Brigante della guardia di finanza hanno eseguito anche un sequestro preventivo di 4milioni di euro.
Per il presidente del Catanzaro, dunque, neanche il tempo di esultare per la sofferta salvezza conquistata ieri sul campo della Vibonese che è arrivata la “mazzata”. Cosentino era molto “chiacchierato” per queste operazioni di “riciclaggio” ed evidentemente qualche motivo c’era.