Montalto, scoperta la bancarotta fraudolenta di Scaglione

Avrebbero condotto una società al fallimento, per poi affidarne la parte sana ad alcuni familiari. Per questo i finanzieri del comando provinciale di Cosenza hanno eseguito l’arresto per bancarotta fraudolenta di un imprenditore, Vincenzino Scaglione, 57 anni, nato a Tarsia e residente a Montalto Uffugo, finito ai domiciliari, e tre interdizioni nei confronti di Gianluigi Scaglione, 36 anni e residente a Tarsia; Rossella Scaglione, 33 anni di Cosenza e domiciliata a Tarsia; Carolina Lauria, 38 anni, nata a Lippstadt (Germania) e domiciliata a Tarsia.

Le indagini hanno portato alla scoperta di diversi beni immobili distratti dal fallimento. Si tratta di magazzini, terreni, quote societarie nonchè di denaro, titoli ed altri valori mobiliari nella disponibilità dell’imprenditore che sono stati sequestrati in mattinata.

I finanzieri hanno accertato il dissesto finanziario della società e, quindi, il depauperamento del suo patrimonio attraverso la cessione della parte attiva ad una nuova società, formalmente intestata a familiari del titolare ma, di fatto, da egli stesso amministrata. Ciò avrebbe permesso di svuotare la vecchia società in forte esposizione debitoria. Contemporaneamente, i beni strumentali, i terreni e gli immobili, per un valore complessivo di circa 900.000 euro, erano stati distratti attraverso un complesso sistema di trasferimento fittizio, in favore della nuova società comunque riconducibile all’imprenditore, incaricata di alienare a terzi in buona fede (e, quindi, al riparo dalle pretese dei creditori) senza alcun ritorno economico per la fallita.

La nuova società, in sostanza, sin dalla sua costituzione, non aveva alcuna capacità operativa, limitandosi ad operare come schermo di quella fallita per perpetrare le distrazioni fraudolente. Tra i creditori, fornitori esposti per circa 330.000 euro ed enti pubblici (Agenzia delle Entrate, Inps ed Inail) a cui la società fallita doveva circa 770.000 euro per il mancato pagamento delle imposte e l’omesso versamento di contributi per i lavoratori dipendenti. La ricostruzione delle vicende societarie è stata particolarmente difficoltosa perchè – hanno spiegato gli inquirenti – la documentazione amministrativo-contabile è risultata distrutta e la sede della società risultava trasferita dapprima a Roma, e, successivamente, in Romania.