Morra: a Cosenza l’onestà e la denuncia “pretendono coraggio”

Il senatore Morra è uno di quelli che ha toccato con mano il malfunzionamento (diciamo così) del Tribunale di Cosenza. Nella passata legislatura è stato protagonista di una serie di episodi che mai si erano verificati prima a Cosenza, tipo: un politico che denuncia la corruzione. Il senatore Morra ha presentato in procura una serie di esposti dove denuncia il palese malaffare a cui si “ispira” da sempre l’amministrazione Occhiuto. Tra gli esposti presentati quelli più corposi e documentati sono: l’appalto mafioso di piazza Fera/Bilotti, gli appalti spezzatino e il canile di Donnici. Tre esposti nei quali il senatore evidenzia, con tanto di riscontri e documenti, il grave livello di corruzione presente nella pubblica amministrazione.

Il senatore nei suoi esposti è dettagliato a tal punto che fornisce notizie su ditte fantasma che risultano solo sulla carta, sottolinea fatture pagate due-tre volte, mette in risalto la totale assenza, negli atti pubblici, della necessaria documentazione per l’assegnazione di cottimi fiduciari e somme urgenze. E per finire, ma non per ultimo, spiega bene la costituzione di un “cartello” di imprese amiche che godevano, illegittimamente, di una corsia preferenziale nell’assegnazione di “appalti sotto soglia”. Alcune ditte, come chiarisce il senatore nell’esposto, sono ben conosciute dalla Dda di Catanzaro, e dalla questura di Cosenza, perché vicine alle cosche.

Dalla presentazione di questi dettagliati esposti, frutto anche del nostro lavoro – anche se il senatore questo non lo ammette ma sa bene che è così -, sono passati oltre due anni, e che fine hanno fatto non si sa.

Nonostante la presenza negli esposti di accertate notizie di reato, la procura di Cosenza non ha mosso un dito. Nessuno dei solerti pm, tipo la De Marco impegnata solo in indagini sulla redazione di Iacchite’, si è dato da fare per indagare e verificare la veridicità dei fatti esposti dal senatore. Tutti silenti, ed esposti finiti, come spesso capita quando gli “imputati” sono potenti, insabbiati. La priorità della procura è chiudere Iacchite’. Di tutto il resto non gliene frega niente.

Il senatore Morra sa bene che i suoi esposti sono finiti sotto la sabbia, e a niente servono solleciti e richieste di chiarimento. Perché è così che funziona il Tribunale: debole con i forti, e forte con i deboli. In galera ci va solo chi ruba polli e chi denuncia i corrotti. Gli amici degli amici, a Cosenza, sono intoccabili, e questo Morra lo ha visto con i suoi occhi.

Accettare tutto questo per chi come Morra pronuncia parole, dal suo scranno al Senato, come quelle che seguono, sembra impossibile. L’impeto con il quale pronuncia il suo discorso contro la corruzione evidenzia la sua passione civile e la sua determinazione nella lotta contro la borghesia mafiosa. Ma in tanti si chiedono se alle sue parole seguiranno mai i fatti, visto che le sue denunce sono sempre state sistematicamente insabbiate.

Ritornando alle parole pronunciate da Morra abbiamo trascritto il suo intervento per darvi conto della durezza con la quale si scaglia contro i corrotti. Un discorso pronunciato a squarciagola e tutto d’un fiato. Ci siamo permessi di apportare una sola “modifica” al discorso: abbiamo sostituto il termine “paese” con la “città di Cosenza”. E il discorso fila liscio.

Ma dico io, è possibile che si debba accettare di vivere in una città come Cosenza (paese) in cui l’onestà, che Kant definiva la miglior politica, pretende coraggio… è possibile mai che l’abitudine a Cosenza sia il crimine alla delinquenza e alla corruzione e all’essere corrotto… e allora è qua che bisogna cambiare, è qua che bisogna operare un ribaltamento di paradigma. Badate accettare una bustarella, perché così si inizia, equivale ad accettare con mano il comportamento di chi ti si presenta con la lupara in spalla. Perchè se tu (politico corrotto) permetti al privato indebitamente di frodare lo stato, tu non solo stai frodando lo stato, ma stai frodando il più debole dei cittadini di questa città.

Allora chi combatte la corruzione lo fa per i valori della democrazia, e non per altro, e questo voi (riferito all’opposizione PD, FI) non l’avete mai praticato, perché voi avete sempre anteposto l’interesse del singolo al bene comune. Non possiamo più consentire tutto questo, non possiamo più consentire che il Comune di Cosenza sia il bancomat presso cui tutti prelevano senza aver precedentemente depositato… vi ricordo che nessuno di voi (in riferimento sempre all’opposizione) si è scandalizzando allorquando, e non è una barzelletta, in Regione Calabria la dirigente responsabile dell’anticorruzione è stata anche lei arrestata per corruzione, per corruzione… maledizione, maledizione, maledizione“.

E speriamo che presto questa maledizione si abbatta sui corrotti e i mafiosi della nostra città.