‘Ndrangheta, confisca beni ad imprenditore calabrese residente in Emilia ed affiliato al clan Grande Aracri

Il boss Nicolino Grande Aracri

La Direzione Investigativa Antimafia di Firenze e di Bologna ha dato esecuzione ad un decreto di confisca di beni, emesso dalla Corte d’Appello di Bologna su proposta del Dr. Proto, sostituto della Procura Generale di Bologna, nei confronti di SARCONE Nicolino, di anni 51, imprenditore edile di origine cutrese, da anni stabilitosi in Emilia, ritenuto affiliato alla cosca di ‘ndrangheta GRANDE ARACRI di Cutro (KR) e già condannato con rito abbreviato, tra l’altro, a 15 anni di reclusione nell’ambito del processo “AEMILIA”.

Il provvedimento scaturisce da indagini condotte dagli uomini della Direzione Investigativa Antimafia sull’intero patrimonio del SARCONE, che hanno consentito di acclarare una netta sproporzione, non giustificata, tra i redditi dichiarati dallo stesso, rispetto all’ingente patrimonio a lui riconducibile.

Tra le evidenze poste a base dell’odierna attività è stata considerata anche la sua condanna 10 anni di reclusione, emessa dalla Corte d’Appello di Bologna e divenuta irrevocabile il 21 giugno 2016, nell’ambito del processo denominato “EDILPIOVRA”, poiché ritenuto responsabile, in questo contesto, anche del reato di associazione di tipo mafioso.