‘Ndrangheta e traffico rifiuti, arrestato anche Giancarlo Pittelli

C’è anche l’avvocato Giancarlo Pittelli, ex senatore di Forza Italia, tra gli arrestati dell’inchiesta “Mala pigna” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Reggio Calabria, che ha fatto luce su un traffico di rifiuti gestito dalla cosca ‘ndranghetista Piromalli. Già arrestato e imputato per concorso esterno nel maxi processo Rinascita Scott in corso davanti al Tribunale di Vibo Valentia, l’ex parlamentare è uno dei 29 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Vincenza Bellini su richiesta del procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Gaetano Paci e dei sostituti della Dda Giulia Pantano e Paola D’Ambrosio. Anche in questo caso l’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa. Pittelli, che si trovava già agli arresti domiciliari, è stato condotto in carcere. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata notificata all’avvocato nella sua abitazione.

Tra persone fisiche e società, sono in tutto 44 gli indagati. Per quanto riguarda Pittelli, secondo la Dda era “uomo politico, professionista, faccendiere di riferimento avendo instaurato con la ‘ndrangheta uno stabile rapporto ‘sinallagmatico’”. Questo rapporto, per i pm, era “caratterizzato dalla perdurante e reciproca disponibilità”. Pittelli avrebbe garantito “la sua generale disponibilità nei confronti del sodalizio a risolvere i più svariati problemi degli associati, sfruttando le enormi potenzialità derivanti dai rapporti del medesimo con importanti esponenti delle istituzioni e della pubblica amministrazione”. Secondo gli investigatori, infatti, l’ex senatore Pittelli aveva “illimitate possibilità di accesso a notizie riservate e a trattamenti di favore”. Per questo “veicolava informazioni all’interno e all’esterno del carcere tra i capi della cosca Piromalli detenuti in regime carcerario ai sensi dell’articolo 41 bis”. I boss che avrebbero usufruito del rapporto con Pittelli sono Giuseppe Piromalli detto “Facciazza” e il figlio Antonio Piromalli reggente della cosca.

Il blitz dei Carabinieri forestali e del comando provinciale di Reggio Calabria è scattato martedì all’alba e ha portato in carcere anche esponenti apicali della cosca Piromalli. Stando all’indagine, la filiera dei rifiuti partiva da Gioia Tauro e arrivava fino al Nord Italia. L’operazione, infatti, ha portato al sequestro anche di cinque aziende di trattamento rifiuti tra Calabria e Emilia Romagna. Gli arresti, invece, hanno visto impegnati i Carabinieri forestali anche in Sicilia e Lombardia. Tra i reati contestati ci sono l’associazione a delinquere di stampo mafioso e il traffico illecito di rifiuti. Ma anche il disastro ambientale di cui sono accusati i boss Piromalli e alcuni imprenditori e professionisti di riferimento della famiglia mafiosa di Gioia Tauro.