‘Ndrangheta in Emilia, il clan Grande Aracri e Brescello che diventa “Cutrello”

Francesco Grande Aracri

Nell’operazione “Grimilde” di circa due anni fa, coordinata dalla Dda di Bologna, era finito in manette, tra gli altri, Francesco Grande Aracri, fratello più anziano del boss cutrese Nicolino Grande Aracri. La squadra mobile di Reggio Emilia ha eseguito il suo arresto nella casa già confiscata di via Pirandello a Brescello, nel quartiere conosciuto con il nome di Cutrello per la storica presenza di residenti originari del comune calabrese in provincia di Crotone.

Con lui erano finiti in manette anche i figli Salvatore Grande Aracri e Paolo Grande Aracri, anche loro residenti in via Pirandello, dove erano presenti il capo della Squadra Mobile di Reggio Emilia, Guglielmo Battisti, e il vicario Andrea Salmeri. L’inizio dell’operazione era stato anticipato dall’elicottero della polizia, che ha sorvolato a bassa quota Brescello, svegliando molti residenti. Una circostanza alla quale da quelle parti non sono tanto abituati come invece lo siamo noi al Sud…

Francesco Grande Aracri vive da tempo a Brescello, paese noto non solo per essere la “patria” dei film di Peppone e don Camillo, tratti dal popolare romanzo di Guareschi, ma anche per essere stato il primo, in Emilia Romagna, ad essere sciolto, a fine 2107, proprio per le infiltrazioni della criminalità organizzata.

L’indagine non era recente. Si trattava di un fascicolo aperto già nel 2015 dalla Dda. Diversi gli episodi menzionati, che ripercorrono anche la storia recente della cittadina di Peppone e don Camillo, con propaggini fino a Parma e Piacenza.

In manette era finite 16 persone, 13 con provvedimento in carcere e 3 ai domiciliari. Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione di stampo mafioso, estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento e truffa aggravata. Sotto sequestro anche immobili e attività degli indagati, che rappresentano l’ennesimo tesoretto a disposizione della cosca cutrese.

Anche su questi fatti si ha la sensazione che sarà decisamente illuminante il pentimento del boss Nicolino Grande Aracri. Perché molti livelli di zona grigia in Emilia ancora sono stati soltanto lambiti e non colpiti dalle inchieste della magistratura.